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Chiellini, dopo la catastrofe di Palermo l’addio all’Italia: “Saluto e lascio spazio”

A 37 anni e 116 partite sulle spalle, il capitano della Juventus Giorgio Chiellini dice addio alla Nazionale. E lo farà proprio a Wembley, stadio in cui alzò la coppa dell’Europeo lo scorso 11 luglio, nel match vinto ai rigori contro l’Inghilterra, dove si giocherà il match contro l’Argentina l’1 giugno. Nel mezzo, la disfatta di Palermo contro la Macedonia che ha strappato via all’Italia il sogno Mondiale. Già dopo quella catastrofe sportiva, si era capito che il difensore difficilmente avrebbe proseguito il suo percorso con la maglia azzurra.

Ad annunciarlo è stato lo stesso Chiellini, nell’intervista rilasciata ai microfoni di Dazn dopo il match di campionato vinto contro il Sassuolo: È normale a 38 anni fermarsi e capire delle cose. Se sto bene gioco e salutiamo la Nazionale a Wembley, dove ho raggiunto l’apice della mia carriera”. Il capitano ha deciso di lasciare spazio ai giovani; una scelta, la sua, fatta per il bene dunque della stessa Nazionale: “Sarebbe il top salutare la maglia Azzurra con una partita celebrativa come quella con l’Argentina. In Nazionale sarà l’ultima sicuro. Lasciamo spazio ai ragazzi che son bravi”.

Chiellini con l’Italia, un percorso lungo 22 anni

22 anni; praticamente una vita in Nazionale. Sempre con addosso la maglia azzurra. Ci ha messo sempre la faccia nella gloria e nel dolore, lo ha fatto dopo l’Europeo vinto e dopo le due mancate qualificazione al Mondiale (nel 2017 e nel 2022). Con l’Italia 116 presenze, dall’esordio con l’Under 15 al trionfo agli Europei con l’Under 19. Nel 2004, poi, ad Atene, la chiamata di Lippi con l’Italia dei “grandi”, contro la Finlandia nella sfida valevole per le qualificazioni al Mondiale del 2006 (poi vinto dagli azzurri). 8 gol, per non farsi mancare nulla. E anche una doppietta siglata a Palermo, nel 2014, contro l’Azerbaijan, nella gara di qualificazione a Euro 2016. L’ultimo lo ha segnato nel 2017 contro la Macedonia. Adesso è arrivato il momento di dire basta, dopo la grande delusione al “Renzo Barbera”.

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