Sarà il Palermo Football Academy il primo obiettivo di Mansour?
“Stiamo costruendo una struttura per il futuro, non solo una squadra di stelle”. Settembre 2008, lo sceicco Mansour è da poco proprietario del Manchester City e una delle prime cose che decide di fare è la City Football Academy. Sei anni dopo quello che forse è il centro sportivo più bello del mondo, costato oltre 200 milioni di sterline, circa 235 milioni di euro, è realtà e un’area di 80 ettari completamente rigenerata e risorta a nuova vita. Spazi immensi, compreso un campus dove studiare, per dare la possibilità a tutte le formazioni del Manchester City, dalla prima squadra, alle giovanili, a quelle femminili di crescere grazie a strutture all’avanguardia.
Palermo e Manchester così lontane, così vicine
Più o meno lo stesso pensiero di Dario Mirri. Peccato che oggi dopo quasi tre anni del centro sportivo sognato dal patron del Palermo non ci sia traccia. Certamente colpa di Mirri, almeno fino “all’altro ieri” quando il patron rosanero era il principale colpevole di tutte le peggiori schifezze che ci sono al mondo. Dopolavoro Damir lo ha anche definito qualcuno per le sue dimensioni ridotte. Magari lo avrebbe chiamato proprio così, scherziamo ovviamente, se solo gli avessero permesso di coronare il suo sogno. Ed invece ad oggi non c’è nulla se non l’area sul quale realizzarlo.
Ma quale Pallotta, la trattativa col City Group è blindata da tempo
Un vittima della nostra burocrazia …
Ovviamente niente di neppure lontanamente paragonabile alla City Football Academy, ma pur sempre un inizio sarebbe stato. I lavori sul campo di proprietà comunale che il Palermo avrà in concessione vanno avanti, forse, tra mille ritardi e altrettanti stop e i due, uno in sintetico e l’altro in erba naturale in tutto e per tutto uguale a quello del Barbera, assieme a tutte le altre strutture a supporto, ferme a progetti e rendering. Un centro sportivo vittima di una delle rovine della nostra regione ed in generale del nostro paese, ovvero la burocrazia che tutto rende volontariamente al limite dell’impossibile mettendo i bastoni tra le ruote a chi lecitamente vorrebbe fare.
Il riscatto di Soleri porta la firma della nuova società?
La querelle con Di Piazza e …
E dire che Dario Mirri le ha provate davvero tutte. Prima l’Istituto per il Credito Sportivo, che dopo aver richiesto mille e più documenti, comprese garanzie personali che Mirri pur di realizzare il suo progetto si era piegato a dare, poi la ricerca di altri istituti bancari. Istituti bancari compreso l’Irfis che nonostante, anche in questo caso, le ampie garanzie fornite, non hanno voluto concedere il mutuo al Palermo “spaventandosi” della querelle con Di Piazza che ritenevano ancora socio e quindi anche lui da coinvolgere nel fornire le garanzie richieste che mai e poi mai, l’ex presidente avrebbe ovviamente, e giustamente aggiungiamo noi, dato.
Adesso la speranza è riposta nella nuova proprietà, che siamo certi vorrà provare a realizzare in piccolo quello che ha fatto a Manchester. Sperando che una volta tanto si metta nelle condizioni chi vuole investire nel nostro territorio, con le conseguenti importantissime ricadute in un momento economicamente drammatico, di farlo senza mettere volontariamente i bastoni tra le ruote per meri interessi di bottega.
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Il centro sportivo non doveva far parte del progetto triennali di Mirri,il proprietario del Palermo non ha mai avuto la disponibilità economica per fare un polo sportivo adeguato ad una società calcistica professionistica, difatti quello che è venuto fuori è un progetto al risparmio di dimensioni ridotte , distante dalla città e dalla fruibilità dei tifosi e come scritto dai giornali in questi giorni bocciato interamente dalla dirigenza del city group.