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Giulia, Alessia e Valerio: tre vittime e un dolore comune

Giulia e Alessia negli ultimi giorni, sono diventate protagoniste indiscusse della cronaca italiana. La stazione di Riccione rappresenta ormai il palcoscenico di uno degli incidenti più strazianti degli ultimi tempi, dove un treno ha spazzato via la vita delle due ragazzine di Castenaso.

Distrazione? Incoscienza? Tante le domande che tutti si pongono, poiché un simile incidente risulta impossibile da accettare. Secondo le ricostruzioni 12 sono i secondi che hanno deciso la sorte delle sorelle Pisano, che alle sette di domenica sono state travolte da un treno Frecciarossa diretto a Bologna. Il convoglio ferroviario viaggiava a quasi 200 km orari ed è risultata vana la manovra di emergenza del macchinista, il quale, secondo la sua testimonianza, ha cercato di distogliere lo sguardo per non assistere al momento dello schianto. Le due sorelle di 15 e 17 anni avevano appena trascorso la nottata in una discoteca e forse smarrite oppure forse stanche, hanno perso la bussola della lucidità. Giulia pare sia stata la prima a scendere dalla banchina, mentre l’altra sorella, Alessia, pare abbia tentato di salvarla ma il suo intervento è risultato inutile.

Tante le testimonianze, ma poche le certezze. La procura ha avviato un’inchiesta e non ha escluso l’ipotesi di suicidio, anche se gli inquirenti in base ai racconti dei testimoni hanno stabilito l’ipotesi accidentale. Le telecamere non hanno ripreso il momento dello schianto e, purtroppo, la dinamica dell’incidente non permette di effettuare nessuna autopsia. Dunque adesso l’attenzione è rivolta alla famiglia, che nonostante il dolore, deve fare i conti con un senso di colpa dato da negligenza e trascuratezza.

L’opinione pubblica risulta spietata riguardo all’autonomia concessa alle due minorenni. Un locale notturno e una stazione, da sempre, risultano luoghi nel quale ci si può imbattere in incontri insidiosi più facilmente. Il padre delle ragazze ha riferito di aver sempre accompagnato le figlie, ma quella sera a causa di un malore, ha dato piena libertà di movimento alle ragazzine. Oggi capire chi siano le vere vittime dello spirito contemporaneo risulta complesso. I giovani, con il desiderio di bruciare le tappe, volti a trasgredire e sdoganare le tradizioni, o i genitori, ex giovani inadatti e disorientati verso un ammutinamento educativo irrimediabile?

L’incidente di Riccione dà tanti spunti su cui riflettere; ora servono risposte e non polemiche, ma è chiaro che bisogna meditare sull’accaduto e riconoscere che una svista formativa esiste. Di certo, la classe genitoriale odierna subisce un passaggio tra sacramentale e progressista: trovare il giusto equilibrio, oggi, sarebbe una mossa complessa, ma opportuna.

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