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Le cordate per il Palermo, ora è corsa contro il tempo – (Repubblica)

Dal gruppo nel quale figura Preziosi al palermitano Macaione: il 13 scade l’opzione dei Mirri
L’ipotesi più accreditata resta quella del consorzio individuato da Foschi. La mannaia stipendi

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Nel suo articolo Valerio Tripi sintetizza le diverse opzioni che in questo momento ruotano intorno alla eventuale cessione del Palermo.
Mancano ormai 10 giorni alla scadenza del diritto di prelazione della famiglia Mirri ma il mese di marzo si caratterizzerà anche per altre importanti scadenze; il 14 infatti la Cassazione si pronuncerà sul ricorso presentato dalla procura relativamente al rigetto dell’istanza di sequestro dei 50 milioni al club. Il 18 è il termine ultimo in cui il Palermo dovrà pagare gli stipendi di gennaio e febbraio per evitare penalizzazioni.
Dunque una situazione abbastanza complessa che nel giro di pochi giorni potrebbe dire molto sul futuro della società rosanero . Il Palermo ha 47 milioni di debiti e, scrive il giornale, il presidente del collegio sindacale rosanero Alessio Trinchera ha scritto nel verbale: “In considerazione dell’attuale situazione finanziaria della società … raccomandiamo di valutare i presupposti per la presentazione di un’eventuale istanza di fallimento in proprio della società.”

In questo momento chi sembra più vicino all’acquisizione del club di viale del Fante sarebbe quel gruppo italiano individuato da Foschi che poi ha messo in contatto con Mirri in cui compare, ovviamente non direttamente, Enrico Preziosi. Di questa cordata, che ha come figura di garanzia stesso presidente della Lega Miccichè, vede anche l’ex ad rosanero Sagramola svolgere il ruolo di advisor per conto della famiglia Mirri.
Questa sembra la strada principale ma in queste settimane altri soggetti hanno manifestato interesse come ad esempio York Capital che poi sembra essersi spostata sulla Sampdoria, Tony Di Piazza l’italo-americano la cui proposta forse non è mai stata presa sul serio ed il banchiere palermitano Vincenzo Macaione che rappresenterebbe alcuni imprenditori siciliani che comunque vorrebbero attivarsi soltanto in caso di un eventuale asta giudiziaria.
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