Il Palermo di mister Eugenio Corini fatica a crescere, a creare gioco ed occasioni, ed è sempre più evidente. Non è difficile intuire quanto effettivamente questa squadra disposta in campo secondo il 4-3-3 del Genio, sia atrocemente sterile sotto porta e nella fase di costruzione. I tifosi rosanero non esultano da 3 partite e se lo spettacolo dovesse continuare ad essere quello visto a Terni, piuttosto che in casa o a Frosinone, probabilmente, il digiuno di gol potrebbe durare a lungo.
Ma allora sorgono spontanee le domande: come si può cambiare atteggiamento in campo? Che modulo si può adottare per migliorare le prestazioni dei singoli e di tutto il gruppo? Ipotizzare e mettere in atto si sa, sono due cose differenti, ma chissà che non possano uscir fuori spunti interessanti.
Palermo, quale modulo adottare?
Per evitare di vedere un Palermo ancora senza identità o comunque con un gioco che permetta quantomeno di intravedere la porta avversaria, probabilmente c’è bisogno di tempo (nonostante siano già passate ben 8 giornate). Il gruppo ha pure delle ottime individualità, con esperienza in cadetteria (se non in massima serie), ma non ha una vera e propria forma, non riesce a tenere un passo da squadra.
Tocca dunque addentrarsi nell’arduo mondo delle tattiche ed una risposta risulta semplice: il 4-3-3 visto sin qui, non va. Esterni di difesa troppo bassi, in difficoltà in entrambe le fase, centrali lenti e macchinosi; il centrocampo è amorfo e non in grado di verticalizzare, ali per nulla incisive e centrale d’attacco non supportato a sufficienza.
Il nuovo modulo sperimentale
Corini ha provato in allenamento a cambiare schema di gioco, e si è intravisto un 3-4-2-1. Con ogni probabilità questo tipo di organizzazione in campo vedrebbe un Palermo sicuramente più propositivo in fase di spinta, con degli esterni però che devono essere in grado di interpretare al massimo ed al meglio le due fasi. E se questa potrebbe essere un’alternativa, i rosa visti in campo nei primi match con il “vecchio” 4-2-3-1, non hanno di certo deluso, ne però tanto meno incantato.
La squadra infatti nelle partite contro Reggiana, Torino, Perugia, Bari e Ascoli ha ottenuto due vittorie, un pareggio e due sconfitte. Risultati non entusiasmanti certo, ma che hanno fatto intravedere sprazzi di gioco. Quale può essere quindi la soluzione a questo momento di crisi: ritorno al passato o sguardo al futuro?
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