La Juve in Serie A, da alcune giornate, sta lasciando sempre più l’amaro in bocca ai propri tifosi in fatto di prestazione e rendimento, nonostante gli acquisti della scorsa sessione di mercato e gli obiettivi che la società bianconera si era prefissata ad inizio campionato. Il Palermo, da quest’anno in cadetteria dopo una brillante ascesa ai play-off di Serie C, sembrerebbe viaggiare sulla falsariga del club piemontese. Inevitabile dunque un confronto tra le due compagini per capire quale potrebbe essere il reale problema che, fino ad ora, ha portato solo a risultati negativi.
Un mercato di illusioni
La calda estate di mercato 2022 sembrava promettere bene sia per il club di Viale del Fante, sia per la Vecchia Signora. Da una parte Brunori, di proprietà della Juve U23, riscattato e promosso a pieni voti dai rosanero. Dall’altra parte il grande ritorno di Paul Pogba che, però, non ha ancora calcato il prato dell’Allianz Stadium per via di un infortunio che lo ha costretto ad un lungo stop. Poi, ancora, gli arrivi nel capoluogo siciliano di Segre, Saric ed Elia, e l’approdo dell’ex PSG Di Maria in casa Juve, intenzionato a garantirsi non solo la presenza in Champions, ma anche al Mondiale in Qatar con l’Albiceleste.
Tutti colpi che avrebbero fatto pensare ad una resa più che accettabile nei due campionati ad alti livelli competitivi e tecnici. Guardando la situazione in classifica dell’una e dell’altra squadra ecco che le aspettative che si sarebbero potute creare, di botto sono crollate.
Palermo e Juve: crisi da allenatore
Se mettiamo da parte la situazione mercato e si restringe ancora di più il campo, il problema si potrebbe attribuire non tanto agli innesti quanto agli allenatori. Così come Allegri, anche il tecnico dei rosanero sembra non brillare all’interno di una realtà che conosce molto bene in qualità di ex capitano (e che capitano direbbero i tifosi). Il primo ha infatti totalizzato 5 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte in 11 partite. Il secondo, invece, solo 2 vittorie, 3 pareggi e ben 5 sconfitte in 10 partite. Numeri che indurrebbero a pensare ad un esonero immediato se non fosse per il pieno appoggio delle rispettive società.
Da una parte l’amministratore delegato bianconero Maurizio Arrivabene, dall’altro il presidente Mirri e la troupe inglese hanno difeso a spada tratta le rispettive guide tecniche tanto da far passare in secondo piano i ricorrenti hashtag virali “AllegriOUT” e “CoriniOUT”. Una situazione che di certo non giova al bene della squadra e a tutti coloro che sono legati alla maglia. Quasi come in una scacchiera si contrappongono, di fatto, due fazioni: chi è favorevole all’esonero dell’allenatore e chi è contrario. Il giudice di questa forte imputazione è sempre il campo e i tifosi lo sanno bene.
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