Le due facce del Palermo: cosa è cambiato tra andata e ritorno
Tutto, aggiungerei. Quando si viene promossi da una categoria inferiore, spesso è necessario un restyling della rosa in modo tale che essa rimanga competitiva anche nella nuova dimensione agonistica nella quale la squadra è pronta a cimentarsi. Lo sa il Palermo e il suo ds Rinaudo, visto che degli eroi della Serie C, infatti, ne sono rimasti davvero pochi: solo capitan Brunori, Marconi, Damiani e Valente recitano ancora un ruolo da protagonisti, con i vari Soleri o Lancini chiamati a compiti da gregari.
Tanti, invece, sono stati i nuovi acquisti: questo, oltre all’arrivo di Eugenio Corini in panchina, ha fatto sì che i rosanero abbiano dovuto vivere mesi di rodaggio, dove i nuovi potessero avere il tempo di ambientarsi e i confermati potessero prendere confidenza con le idee tattiche del nuovo allenatore. Questo spiega i pessimi risultati della prima parte di stagione che, come per magia, sono tramutati in un filotto di nove gare senza sconfitta. Un Palermo rinvigorito e carico, aiutato anche dai tanti nuovi volti del mercato invernale come Tutino e Verre, che è nettamente un’altra squadra rispetto a quella che era 19 giornate fa.
Le due facce del Palermo: ecco com’era la squadra di Corini 19 giornate fa
Testa bassa e lavorare duro: un mantra ripetuto spesso da mister Corini, più volte messo sulla graticola per la mancanza di continuità di risultati nella prima parte di stagione ed adesso osannato dal pubblico rosanero per l’ottimo momento di forma dei suoi. Il Palermo adesso vince e convince, trovandosi sesto in classifica in piena zona play-off, ma l’inizio di stagione è stato molto tribolato. Un classico per una neo-promossa, ma comunque uno scenario non accettabile per una piazza tanto esigente quanto affamata come quella palermitana.
Esattamente un girone fa, all’altezza della 4a giornata d’andata, le cose non erano così rosa e fiori come lo sono adesso. Il Palermo era solamente tredicesimo in classifica con solo quattro punti in saccoccia, ottenuti dalla vittoria all’esordio contro il Perugia e col pareggio contro il Bari. Dopo, due pesanti sconfitte contro l’Ascoli e, soprattutto, in casa della Reggina, che aveva annichilito i rosanero con i gol di Fabbian, Menez e Liotta. I palermitani non avevano particolari problemi a trovare la via del gol (già 5, 2 dei quali siglati da Brunori), ma avevano più di qualche problema difensivo, vista l’importante mole di gol subita (già 7).
Il Palermo e le idee di Corini: come è cambiato il piano tattico dei rosanero
Il piano tattico di Corini era anche differente: se adesso siamo abituati al suo 3-5-2, ad inizio stagione l’idea principale del tecnico lombardo era quella di schierare i rosanero con un atipico 4-3-3, dove Mateju svolgeva compiti da terzino sinistro mentre Buttaro e Crivello si alternavano sul versante destro. Il centrocampo era composto da un nucleo a tre che non prevedeva esterni e Di Mariano ed Elia fungevano da esterni d’attacco.
I vari infortuni (soprattutto quello di Elia) e l’evidente problema in fase difensiva, hanno convinto Corini ad utilizzare un più conservativo 3-5-2, con Mateju ottimizzato come centrale difensivo e con due esterni a tutta fascia. La soluzione attuale si è rivelata spesso e volentieri vincente: utilizzata per la prima volta in via sperimentale a gara in corso contro il Benevento (quella che ha dato inizio al filotto di risultati utili per il Palermo), dalla partita casalinga contro il Como è stato sempre utilizzato dal primo minuto, con ottimi risultati.
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