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La saggezza del vero tifoso

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Palermo – La saggezza del vero tifoso

La tranquilla posizione in classifica del Palermo consente di osservare la partita con un certo (minimo) distacco e dunque poter anche ascoltare gli umori della gente, osservare i volti e le espressioni. Per chi, (come chi scrive) da più di 45 anni  frequenta la Favorita prima e il Barbera poi e da più di 25 anni occupa sempre lo stesso identico posto, (fila x- numero y adiacente la tribuna laterale ) l’ambiente circostante è diventato familiare. Da anni sempre le stesse persone, gli stessi abbonati. Tutte persone perbene Ed anche senza essersi presentati ufficialmente, si è creato un rapporto confidenziale, fatto di saluti cordiali, qualche scambio di battute, qualche considerazione sempre nell’ottica della discussione pacata e composta. Anche nei momenti peggiori o nelle partite più sgradevoli a cui, in tutti questi anni, abbiamo assistito. Fra persone perbene, appunto.

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Perché questo preambolo? Perché l’ennesima pacata riflessione fatta ieri sera al termine del pareggio con la Ternana, ha offerto uno spunto di riflessione che va oltre la gara in se. Da decine di anni, sempre nello stesso posto, abbonato in serie A come in serie D, sempre nello stesso sediolino con qualunque situazione metereologica o di festività, siede un tifoso che definire vero tifoso è riduttivo. Un appassionato dei colori rosanero, un amante del Palermo, un tifoso vero. Una persona perbene, di una quarantina d’anni che si riscalda solo se un avversario fa un brutto fallo o un gesto decisamente poco sportivo. Mai un vaffa contro la maglia rosanero, contro qualche allenatore o giocatore. Composto ma col fuoco dentro, pronto a scattare se i rosa vanno in gol.

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Ebbene, a fine gara, come spesso accade, si avvicina e con fare tranquillo chiede:

Quanti ne mancano? 5 o 6? Quanti punti ci vogliono per la matematica salvezza? Diciamo 6? Bene, allora andiamo avanti e facciamoli prima possibile. Per quest’anno va bene così, stiamo comunque passando una stagione interessante e divertente, e siamo in serie B. Va bene. Poi raggiunta la salvezza proviamo a centrare i play off e divertiamoci senza assilli. Vi auguro una splendida serata e ci vediamo il 17 marzo”.

La saggezza, la concretezza di uno che non si è perso una gara del Palermo da decenni, sempre dallo stesso sediolino. Perché questa riflessione? Forse nasce dall’aver ascoltato qualche fischio di troppo quando la Ternana attaccava ed il Palermo, nel primo tempo, arrancava e soffriva. Fischi ingenerosi ed inopportuni di chi vuole sempre tutto e subito. Ma ovviamente al coro di fischi non partecipava il nostro amico tifoso, quello vero …

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