Como-Palermo ed il tifo rosanero: il cuore oltre l’ostacolo
C’è qualcosa di commovente nell’onda rosanero che, lunedì primo maggio all’ora di pranzo, agiterà le acque, altrimenti tranquille, del lago di Como. Non sarà un esodo, sullo stile di Parma, Genova o Cittadella, sol perché la società lariana ha messo a disposizione dei tifosi ospiti appena cinquecento biglietti, tutti vincolati al possesso della Fidelity Card, e tutti polverizzati nel giro di poche ore di vendita online.
Il popolo di fede palermitana ha risposto “presente” come sempre, e c’è da credere che, analogamente a quanto già accaduto in questa stagione, tanti altri sostenitori siciliani si assieperanno nei settori rimanenti dello stadio, per cui il dato finale relativo alla presenza di pubblico rosanero andrà rivisto senz’altro al rialzo.
Malgrado il gioco espresso dagli uomini di Corini, e con esso la classifica che oggi occupa la squadra, sia tutt’altro che entusiasmante, c’è fame di Palermo, specialmente al Nord Italia e all’estero: si tratta di un fenomeno da sottolineare e studiare, più sociologico che sportivo.
Attraverso il calcio, tanti emigrati palermitani trovano il modo di mantenere il contatto con la città di origine e di riaffermare la propria identità: un sentimento che va necessariamente oltre il risultato sportivo e le alterne fortune del campo, perché tocca corde assai più profonde. Sono valori profondi, che vanno protetti, e che questa squadra è chiamata a onorare, fino all’ultimo pallone giocabile di questa stagione.
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