GazzaSport – Lecco, sì vicino. Reggina rischia grosso
Il 30 giugno il parere della Commissione infrastrutture e Covisoc, il 7 luglio i verdetti del Consiglio Federale
L’articolo di Elisabetta Esposito
Sarà di certo una lunga estate. Per definire chi prenderà parte alla prossima Serie B, assisteremo a ricorsi e udienze, perché qualcuno rimarrà scontento. Dopo la scadenza del termine delle iscrizioni (20 giugno), è emerso che a rischiare siano prettamente Lecco e Reggina. I due casi sono molto diversi, e vale la pena fare un distinguo. Anche perché, “dai palazzi”, continuano ad arrivare le stesse voci: Lecco dentro, Reggina fuori. Vediamo allora insieme quali sono le differenze.
Caos Serie B, il caso Lecco
Il club di Paolo Di Nunno, che ha conquistato la Serie B al termine di una stagione esaltante, ha presentato la sua domanda di iscrizione in tempi leciti con tutti i documenti del caso in regola, tranne uno: mancava la firma del Prefetto di Padova sullo stadio. Il Rigamonti-Celli, l’impianto di casa, non rispetta gli standard richiesti dalla Lega B. Il Lecco ne era perfettamente consapevole, tanto da avviare, man mano che i play-off andassero avanti, diversi colloqui con gli stadi delle città più vicine. Padova, che si trova a 230 kilometri, a tutela dei tifosi non poteva essere la prima scelta, ma ha prevalso sulle altre a causa della disponibilità del Comune. In meno di 24 ore, sono arrivate tutte le firme necessarie, tranne quella del Prefetto: il regolamento definisce le scadenze per le iscrizioni perentorie, ma il Caso Lecco è ancora più insolito se pensiamo che i play-off di C erano stati rinviati di 10 giorni. Insomma, che il risultato sportivo possa essere cancellato da un cavillo burocratico, è una cosa che non piace a nessuno.
Caos Serie B, il caso Reggina
Diverso il discorso per la Reggina: come spesso accaduto nel nostro calcio, l’iscrizione è a rischio per una questione economica. Tutto ruota intorno ai 750 mila euro che il club deve allo Stato per l’omologa del piano di risanamento accordato dal Tribunale di Reggio Calabria, che aveva stabilito come termine ultimo per il pagamento il 12 luglio. Ma, per il regolamento federale, ogni debito doveva essere saldato entro il 20 giugno. Su questo era già intervenuto il presidente FIGC Gravina: “Non è possibile chiedere il rispetto delle norme Covisoc, e contemporaneamente abolire il decreto della Riforma dello Sport che riconosce ruoli e poteri delle commissioni che verificano il rispetto dei requisiti economico-finanziari dei club“. Con queste premesse, sembra difficile che il club amaranto venga inserito nella prossima Serie B.
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