Torna la pausa nazionali e torna anche la nuova Italia di Spalletti. Per il tecnico di Certaldo, al suo secondo raduno, è stata giornata di conferenza stampa nella quale ha toccato vari temi. Il Ct ha voluto ribadire il concetto del senso di appartenenza alla maglia Azzurra e della collaborazione con i club per far crescere il movimento. Ecco di seguito le sue parole.
Italia, le parole di Spalletti
“Quando indossi la tuta di questo colore e sei chiamato a indossare l’uniforme dell’Italia e una roba bellissima. Conoscenze ne ho approfondite: anche se si rimane a casa con tutta la componente abbiamo approfondito la conoscenza e il lavoro da sviluppare. Questo lavoro mi ha permesso di venire a contatto con molti dei miei colleghi, anche quelli che non conoscevo. Poterli vedere lavorare sul campo. Questo è un lavoro bellissimo, molto stimolante”.
Spalletti su Immobile e Kean: “Per Immobile c’è giunta una comunicazione dal medico della Lazio e c’è stato detto che c’era un problema di natura fisica, che non sapevano se avrebbe recuperato. Siamo andati più in profondità, era possibile che non giocasse. Su Kean dico che non so qual è stato il comportamento precedente a qui: per me i miei calciatori sono creature speciali e li tratto da tali, però allo stesso tempo voglio risposte speciale. Qui non si viene a ridacchiare dietro a ciò che si fa in campo, si viene a stare sereni e a divertirsi: però è un gioco che richiede molta serietà e professionalità. Ho letto un libro degli All Blacks che si intitola: ‘Niente teste di cazzo’. Sarà il regalo per Natale per i calciatori”.
Sull’attaccante ideale: “In questo calcio che s’è evoluto c’è necessità di motore e scocca, ma anche tecnica. C’è da riempire lo spazio dei 95 minuti con cose che tutti devono mettere dentro. La fisicità e il motore che hai è un presupposto di partenza: potessi scegliere, lo scegliere come due centravanti che ho già qui, ovvero Kean e Scamacca. Scamacca è forse un po’ più pulito tecnicamente, come tocco di palla e qualità nello stretto. Kean è uno più fisico, più massiccio dal punto di vista d’impatto, di copertura di campo e di metri”.
Le seconde squadre possono funzionare?: “Dipende sempre dall’uso che se ne fa delle seconde squadre. Ci sono molte soluzioni che possono venire internamente, noi abbiamo l’Under 21 che abbiamo qui e quella è come una seconda squadra”.
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