Caso scommesse: è il punto di rottura per il calcio italiano?
Il calcio italiano trema un’altra volta per via della bufera scatenata nei giorni scorsi da Fabrizio Corona in merito alle presunte scommesse illegali fatte dai giocatori. Al momento gli unici nomi certi che sono stati ascoltati dalle forze dell’ordine sono Fagioli, Zaniolo e Tonali. Tuttavia il numero dei giocatori coinvolti dovrebbe aumentare e con questo anche la vicenda continuerà ad ingrandirsi. Tante sono le voci che circolano, ma quello che sembra certo è che l’immagine del calcio nostrano sarà per l’ennesima volta esposta di fronte a tutto il mondo nella sua versione più negativa.
Caso scommesse: il calcio italiano è ad un bivio
Il calcio nel nostro paese, come dice Arrigo Sacchi (ma anche Pasolini): “è la cosa più importante tra le cose meno importanti”. Il polverone che si è alzato in questi giorni ha, per forza di cose, posto l’intero sistema di fronte ad un bivio: riformare tutto e ricominciare da zero o porre fine allo scandalo il più presto possibile e andare avanti come se non fosse mai accaduto? La vicenda che al momento vede coinvolti tre (e forse più) dei giocatori considerati il futuro del nostro calcio deve portare ad una profonda riflessione.
Qualora venissero confermate le prove dei fatti è giusto che questi ragazzi, poco più che ventenni, ne paghino le conseguenze. Ma siamo sicuri che le responsabilità debbano ricadere solo su quest’ultimi? Forse si ignora che questi giovani ragazzi vengano catapultati in un mondo pieno di pressioni e aspettative e che a loro fianco non sempre ci siano figure realmente interessati al loro bene. Qui non si vuole giustificare, ma ci si chiede se le cose sarebbero potute andare diversamente se questi ragazzi venissero trattati tenendo conto dei tempi in cui viviamo e dell’età che hanno. I soldi che guadagnano sono tanti, ma la vita del calciatore comporta delle rinunce e quindi la possibilità di incappare in uno “svago sbagliato” è sempre dietro l’angolo.
Scommesse, troppi gli episodi nella storia del calcio italiano
Quella che sembrava essere una diceria resa pubblica da un personaggio controverso come Fabrizio Corona in pochi giorni ha trovato non solo il fondamento, ma ha anche messo in allarme un intero sistema. L’Italia del calcio però non è nuova a questi scandali, soprattutto legati al gioco d’azzardo che influenza le prestazioni degli stessi calciatori coinvolti.
Il primo scandalo risale alla stagione 1926/1927, che portò alla revoca dello scudetto del Torino in seguito al “Caso Allemandi”. Ma i più celebri furono quelli a cavallo tra gli anni 70 e 80. Il primo vide il coinvolgimento di nomi storici del nostro calcio come Bruno Giordano e Paolo Rossi e le retrocessioni eccellenti di Milan e Lazio in Serie B. Il secondo caso si verificò nel 1986 e venne consegnato agli archivi come lo scandalo del “Totonero”. In quell’occasione tra i club coinvolti ci fu anche il Palermo a cui vennero tolti dei punti in classifica.
Nel 2011 lo scandalo scommesse tornò in auge con il caso “Last Bet” che ebbe come protagonisti figure come Beppe Signori, il capitano della Lazio Stefano Mauri, quello dell’Atalanta Cristiano Doni e addirittura Antonio Conte che subì parecchi mesi di squalifica.
Il calcio italiano si prepara a vivere un’annata particolarmente complessa, chi sarà coinvolto nel caso avrà a che fare con dei riflettori puntati non graditi. E come spesso si è detto: sarà questo l’anno 0 dello sport più amato nel nostro paese?
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