“Strade Rosanero”
L’ospite rosanero:
Che cos’è per voi l’amore ? Cosa avete fatto e cosa fareste per un amore infinito e totalizzante?
Abbiamo il piacere di ospitare, per questo appuntamento con la nostra rubrica, un vero “innamorato” rosanero. Lucio Insinga è “nato e cresciuto” a Palermo e poi si trasferisce nella capitale per completare gli studi nel 1998. Roma è evidentemente nel suo destino perché è proprio li che inizia a lavorare ed è li che trova l’amore, infatti più avanti sposerà una collega di Lecce, con la quale precisa “ho assistito al “Via del Mare” alla mancata promozione del 2003 e, l’anno dopo, al Barbera alla promozione con la Triestina.
Nel corso delle sue risposte Lucio apre il suo cuore, ci lascia attraversare i suoi ricordi e ci permette di incontrare il suo amore viscerale per la città e i suoi colori.
Buona lettura
“Ognuno percorre la sua strada, ma a tinte rosanero è senz’altro più bella!”
Toccato il fondo: ma quanto è profondo questo fondo?
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Le domande:
Se ti dico Palermo cosa mi rispondi?
Amore. Quello vero. Quello di una vita. Quello che non ti lascia mai libero. Quello che quando entri al Barbera e vedi il campo piangi anche se sei felice. Quello per il quale sacrifichi ogni altro evento. Quello che ti fa sentire a casa anche se ne sei distante chilometri. Quello rosa e quello nero. Proprio quello, insomma.
Dove ti ha portato il rosanero?
Ovunque: da Giugliano a Gelsenkirchen, da Marsala a Bolzano. E ovunque sono andato ho sempre sostenuto la squadra nel rispetto di chi ci ospitava. La trasferta è un modo per conoscere città, culture, sapori, odori, stadi e tifoserie che, ogni volta, mi hanno arricchito. Senza badare in alcun modo al risultato.
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La tua partita del cuore?
Palermo-Virtus Entella, playoff serie c, terminata 2-2, con goal di Soleri e Fella. Sotto di due reti, in un attimo ci eravamo trovati fuori dalla corsa promozione. Io ero in Curva Nord, aggrappato alle ringhiere dell’anello superiore, spinto da un fiume di tifosi rosanero. Lo Stadio tutto fece il miracolo: accompagnò la palla e i giocatori del Palermo verso l’area avversaria. Edo e Giuseppe la spinsero in rete e mancò poco a che il Barbera non venisse letteralmente giù. Quando trentacinquemila persone sono una sola persona, dodicesimo uomo in campo.
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Il tuo giocatore del cuore?
Fabrizio Miccoli. Il capitano. Il talento. La fantasia allo stato puro. L’arte del pallone. Per me secondo solo a Roberto Baggio tra gli italiani più grandi che ho visto giocare nella mia vita.
Esprimi un desiderio, ce lo racconti?
I miei amici tifosi lo conoscono, perché ogni tanto l’ho detto. Riguarda il tempo in cui non ci sarò più e le mie ceneri potranno essere sparse su un campo verde. Indovinate quale?
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