Siamo alla resa dei conti: Palermo – Cittadella e Lecce – Spezia, questi i due match che decideranno la promozione diretta. Sottolineamo due partite: non una. Ben due. A Palermo c’è la sensazione che la sfida col Cittadella sia già stata vinta, sia in tasca. Talmente tanto certi di questa opzione che ci preoccupiamo di controllare gli altri.
Tifosi e non, sembrano avere un focus maggiore sulla partita del Via del Mare che su quella del Barbera. Mai errore più grande: il Cittadella è in piena corsa playoff e deve fare risultato se vuole rientrare nella lista delle migliori squadre della B. Nessuno regalerà niente al Palermo che dovrà sudare per vincere e sperare.
Di questi tempi, tra l’altro, non è affatto scontato il successo. Le difficoltà mostrate dagli uomini di Delio Rossi sono evidenti e anche nell’ultimo week-end la sensazione è che sia stato quasi l’Ascoli a staccare la spina più che i rosanero a forzare per ottenere i 3 punti.
Inoltre, se non bastasse fidarsi della professionalità dei giocatori liguri contro il Lecce, bisogna specificare che lo Spezia non è matematicamente certo dei playoff, mica un dettaglio. I bianconeri devono fare almeno 1 punto e si sa che il pareggio favorirebbe assolutamente il Palermo qualora si riuscisse a liquidare la pratica Cittadella.
Per cui inutile sprecare energie e focalizzarsi su un match che deve essere guardato solo alla fine. Prima si faccia il proprio dovere poi si pensi a quello degli altri. Il calcio è pieno di sorprese: negli anni ne abbiamo viste tantissime ma senza andare troppo lontani, è sufficiente avere memoria di ciò che accadde l’anno scorso a Frosinone.
Il Foggia, senza nulla da chiedere al campionato, andò a pareggiare 1 – 1 contro i ciociari e la contestuale vittoria del Parma a La Spezia diede la promozione ai crociati tanto entusiasti quanto sorpresi da ciò che stava accadendo.
Il Lecce del resto ha sprecato il primo match point contro il Padova e ormai la pressione è passata più dalla parte dei giallorossi. Contro tutti i pronostici ora è il team di Liverani a doversi preoccupare: non centrare la promozione diretta equivarrebbe a un suicidio sportivo.
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