Palermo-Cesena: emozioni in diretta
Questa non è una cronaca testuale, un racconto minuto per minuto della partita ma emozioni, impressioni e sensazioni a caldo che si vivono durante il match.
C’è da dare continuità alla bella e importante vittoria di Castellammare di Stabia, c’è da risalire la classifica, c’è da vincere la prima gara al Barbera. Eppure il Palermo non ci arriva benissimo sia per la settimana complessa vissuta in seguito alla scomparsa di Schillaci che per le notizie che arrivano dall’infermeria. Dionisi dovrà rinunciare anche a Di Francesco e Lund (sovraccarico muscolare) oltre ai vari Verre, Blin, Lucioni e il lungodegente Gomis.
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Insomma una gara già complicata lo sarà ancor di più: Dionisi non abbandona il 4-3-3 e sceglie Di Mariano per sostituire Di Francesco. In avanti ancora Henry a guidare l’attacco. Sorpresa in difesa: rientra Nedelcearu al posto di un buon Ceccaroni, nelle gare quando chiamato in causa.
Formazione Palermo: Desplanches, Diakitè, Nikolaou, Nedekcearu, Pierozzi, Segre, Gomes, Ranocchia, Insigne, Di Mariano, Henry
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Secondo tempo:
52′ – Il forcing finale, che andava fatto decisamente prima, non produce risultati e finisce in parità. Appuntamento rimandato con l’alta classifica ed ancora Barbera stregato ma sinceramente, al netto delle occasioni e dei pericoli corsi, è giusto così. Meglio i rosanero nel primo tempo, troppi pericoli sventati nella ripresa da un Desplanches ancora protagonista. Ai punti il pareggio è giusto ma la sensazione è che al Barbera si vedano partite tutte uguali e Dionisi dovrà inventarsi qualcosa per superare squadre che verranno a Palermo tutte con lo stesso atteggiamento. Peraltro senza rubare niente, anzi… Oggi un passo indietro, che non è una bella cosa.
30′ – Un leggero miglioramento ma poche situazioni interessanti: Dionisi prova anche la carta Brunori e Le Douaron. Il Cesena non perde occasione per far passare il tempo, il gioco è spesso spezzettato e ciò fa il gioco della squadra di Mignani.
18′ – E dai e dai il gol lo prendi. Cesena in vantaggio e per quanto visto nella ripresa, ci sta tutto. Assente il Palermo, più vivace i romagnoli, esattamente il contrario del primo tempo. E ora sarà dura risalire la china.Per fortuna che interviene il sig Var a riequilibrare il gol tolto ai rosa nel primo tempo. Si torna sullo 0-0. Servirà da scossa?
15′ – Brutto inizio di ripresa per i rosanero: nessun tiro in porta, nessuna azione e Desplanches che salva il risultato in almeno 2 occasioni. Che è successo nell’intervallo?
Primo tempo:
47′ – Si va negli spogliatoi sullo zero a zero e da un certo punto di vista è un risultato che può stare strettino ai rosanero almeno per la voglia, la ricerca del vantaggio. Insomma un primo tempo di marca rosanero con gli avversari attento solo a difendere e ripartire, peraltro molto raramente. Serve più precisione sotto porta e forse un pizzico di lucidità in più. Qualche elemento apparso un pò avulso dal gioco come Ranocchia.
40′ – Il minuto 33 è quello delle proteste rosanero, in campo e sugli spalti. prima il Var dice no ad un intervento in area su Pierozzi, poi è l’arbitro a fare segno di proseguire su una possibile spinta su Di Mariano. Il Palermo spinge anche con buona volontà, spinge ma non ed è impreciso nei pressi dell’area avversaria.
30′ – Fase sonnacchiosa della gara e poi due fiammate al 24′: prima il Palermo col tiro di Henry che fa gridare al gol ma colpisce il paletto esterno che rege la rete. E poi un contropiede del Cesena con l’intervento in tuffo di Desplanches che impedisce il peggio. La sensazione è che i romagnoli siano impauriti, a tratti impacciati e si affidano alle sole ripartenze per fare male. Bisogna approfittarne…
13′ – Come previsto atmosfera toccante al Barbera che saluta Totò Schillaci con il contributo anche dei sostenitori romagnoli, in buon nuero nel settore a loro riservato. Tutto emozionante come la volata di Di Mariano sulla sinistra, il suo cross e il gol di Henry. Esplode lo stadio, tutti a festeggiare Di mariano ma poi arriva il malefico Var ad annullare tutto per fuorigioco di un millimetro. Peccato ma l’inizio è promettente.
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