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“Il diario di Fuori dal Campo: Ignazio Arcoleo”

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“Il diario di Fuori dal Campo: Ignazio Arcoleo”

Carissimi tifosi e tifose rosanero,

Uno dei miei sogni “ giornalistici” sin da piccolo è sempre stato quello di poter intervistare Mister Ignazio Arcoleo e cosi, quando chiedo al direttore, Carlo Cangemi , il suo numero e le modalità per contattarlo mi viene risposto” Gaetano ti giro il numero, chiamalo tu tranquillamente”.

L’approccio con il mister avviene naturalmente senza temere di manifestargli la mia emozione e riconoscenza sportiva per aver fatto sognare un’intera generazione di tifosi palermitani.

Lui è un gran signore fin da subito e con garbo precisa che “non rilascio interviste da tempo caro Gaetano, ma io mi fido del mio istinto e del mio cuore, con voi farò un’eccezione, ti chiedo solo la cortesia di lasciarmi guardare almeno due tre partite del Palermo e poi sarò tuo ospite”.

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Al mister spiego che sono interessato alla sua vita, alla sua storia, alle sue emozioni e agli anni dei “Picciotti” e che se ne avrà voglia parleremo anche di calcio giocato; lui risponde “ non c’è problema, quei ragazzi me li porto tutti nel cuore , sono stati anni bellissimi e ancora oggi li sento perché siamo legatissimi”.

Ho dovuto attendere qualche partita di campionato del nostro Palermo ma un pomeriggio di metà ottobre il mister era li, al telefono con me pronto per raccontarsi.

Ignazio Arcoleo è davvero un uomo di altri tempi, elegante , educato, sempre moderato e soprattutto sempre innamorato del calcio e legatissimo alla sua città che segue dalla sua “Partanna- Mondello”

“Io abito a Partanna ma da casa mia non vedo il mare , mi tengo in forma camminando, però a vedere  il mare ci vado spessissimo ogni volta che posso”.

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Lo spiazzo con una domanda che forse non si aspettava, gli chiedo della sua camicia grigia porta fortuna e lui ridendo risponde :” c’è sempre ed è ben conservata tra i miei ricordi più cari”.

Poi il mister, che per fortuna sembra da subito a suo agio e chiaramente emozionato, inizia il suo racconto: “fin da piccolo ho voluto inseguire il mio sogno di giocare per il Palermo e poi di allenarlo, sono felice ma ho il rammarico di non averlo portato in serie A. Quando entravo in campo e vedevo i tifosi, sia da allenatore che da giocatore vedevo sempre la mia gente, i tifosi e non ho mai trovato differenza”.

“I nostri colori non si possono descrivere, sono miei, sono forti, forti come i picciotti rosanero che ho potuto allenare. Quegli anni sono stati incredibili, pieni di difficoltà, d’amore, di passione.”

“Quando mi hanno chiesto di allenare il Palermo non ho fatto nessuna domanda, sono andato e basta e cosi piano piano abbiamo creato quella squadra di “ragazzi terribili”. Quella era una squadra molto coesa , è stato semplicissimo allenarli perché erano mossi dalla voglia di dimostrare il loro valore , erano tutti a scommettere sul nostro fallimento e invece sapete tutti com’è andata.”

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Quando al mister chiedo se ricorda e se può raccontarci l’elettricità del pubblico della “Favorita” per l’incontro di Coppa Italia Palermo – Vicenza ( 1-0 con goal del picciotto Galeoto del 25.10.1995) lui quasi non mi lascia terminare la domanda e replica: “ noi volevamo dimostrare che eravamo il Palermo, che eravamo bravi e che non temevamo nessuno. Avevamo voglia di emergere, di riscatto, avevamo fame.”  

“Oggi il calcio è cambiato, il ritmo delle giocate è più lento e onestamente non lo amo”.

Poi si passa all’argomento giovani e li mister senza alcun dubbio esclama “i giovani devono lavorare, avere entusiasmo e crescere avendo la possibilità di farsi vedere e apprezzare”.

Sul Palermo di oggi cambia tono di voce, diventa riflessivo, quasi introspettivo e aggiunge: “il Palermo ha tutto per poter vincere il campionato, diamo il tempo a Dionisi di poter sviluppare le sue idee. Guardo Segre e Ranocchia in particolare perché ero un centrocampista e hanno davvero grandi margini di miglioramento.

Ignazio Arcoleo non ci pensa minimante a raccontarci la sua partita del cuore , ci dice che “ sono tante , troppe” ma ci tiene a precisare “ ho nel cuore la mia citta, i miei tifosi, i miei ragazzi e voi giornalisti… sto invecchiando e porto tutto e tutti nel cuore ( si commuove quando racconta di aver partecipato di recente ai funerali di Totò Schillaci).

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Il Mister ancora oggi a Palermo è famosissimo, lo fermano in continuazione, ovunque e viene sempre avvolto dal calore dei tifosi “mi fermano, mi ringraziano, tutti sanno che quello che abbiamo fatto è irripetibile, un sogno , un sentimento, una rivalsa irripetibile.”

Decidiamo di terminare l’intervista chiedendogli cosa insegnerebbe oggi ad un bambino che sogna di diventare calciatore: “segnati questo nome Scaccianoce, è mio nipote gioca nel Palermo e gli sto insegnando tutto, sta crescendo a pane e tecnica , ha quindici anni e ovviamente fa il centrocampista”.

Questa intervista, se mai ce ne fosse ancora una volta bisogno, ci ricorda che solo la passione , la volontà , la dedizione , il coraggio e soprattutto il cuore hanno davvero la forza di spostare gli equilibri per poter realizzare i propri sogni e conquistare qualcosa di importante.

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Caro Mister , grazie di cuore per tutto e buone passeggiate per la “sua” Mondello.

Ah, mi perdoni, quasi dimenticavo. Grazie per uno dei regali più belli mai ricevuti per un compleanno; il biglietto che mi regalò mia mamma proprio per la mia “partita del cuore”, proprio quel Palermo – Vicenza” che lei ha raccontato e citato. Da li è cambiato il mio modo di guardare gli incontri di calcio… permettendomi di poter “raccontare” la nostra intervista.

Gaetano Armao

 

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