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Raimondo Lanza di Trabia e il Calciomercato

Palermo Raimondo Lanza di Trabia

Palermo – Raimondo Lanza di Trabia e il Calciomercato

Oggi parleremo di un personaggio affascinante che ha rivoluzionato il mondo del calcio: il principe Raimondo Lanza di Trabia, l’uomo che inventò il calciomercato. Preparatevi a un viaggio nel tempo, tra nobiltà siciliana, calcio e vita mondana degli anni ’50.

Raimondo Lanza Branciforte, principe di Trabia, nacque l’11 settembre 1915 ad Arcellasco un paesino della Lombardia. Figlio illegittimo di Giuseppe Lanza Branciforte e di una nobildonna veneta, Maddalena Papadopoli Aldobrandini principessa Spada Potenziani, la sua vita fu straordinaria fin dall’inizio. Grazie all’intervento della nonna paterna, Giulia Florio, presso Mussolini, ottenne il riconoscimento e i diritti ereditari. Raimondo trascorse la sua giovinezza tra Palazzo Butera e Villa Trabia a Palermo, vivendo appieno lo stile di vita dell’aristocrazia palermitana dell’epoca. Fu un ragazzo pieno di iniziative, spavaldo e sempre pronto all’avventura – un vero ‘tostuliddu e curnuteddu’, come si direbbe a Palermo!

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La vita di Raimondo fu un susseguirsi di avventure e imprese audaci. Nel 1936, partecipò come volontario alla Guerra Civile Spagnola, combattendo nella battaglia di Guadalajara e ottenendo una medaglia d’argento al valor militare. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ufficiale dell’Esercito italiano. Dopo l’armistizio del 1943, divenne agente segreto per il Servizio Informazioni Militari italiano, operando come spia al servizio degli Inglesi. Per il suo coraggio, ottenne una medaglia di bronzo al valor militare. La sua passione per l’automobilismo lo portò a partecipare più volte alla Targa Florio. Nel 1948, Raimondo ebbe un ruolo cruciale nel far rinascere questa storica competizione. Convinse il presidente della regione Alessi a finanziare una nuova edizione, invitando famosi piloti come Nuvolari. Questo non solo riportò in vita la gara, ma contribuì anche a ripristinare le strade siciliane dopo la guerra.

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Nel 1951, Raimondo Lanza di Trabia divenne presidente del Palermo Calcio del quale comunque, dietro le quinte, si occupa da almeno un triennio in cui a presiedere la società era stato in origine il commerciante Beppe Agnello. Fu in questo periodo che diede vita a quello che oggi conosciamo come il ‘calciomercato’. Il principe elegge come alloggio “ufficiale” per i suoi soggiorni milanesi il lussuoso Gallia Excelsior, nei pressi della Stazione Centrale del capoluogo lombardo e nella mitica stanza 131 riceveva i dirigenti delle altre squadre dando di fatto vita al calciomercato come lo conosciamo oggi. Qui, le riunioni diventavano ‘febbrili’ e ‘letteralmente incandescenti’. Il principe aveva un approccio unico alle trattative. Si racconta che ricevesse i presidenti dei club nudo, immerso nella vasca da bagno, con un bicchiere di champagne in mano. Questa tattica insolita metteva in soggezione gli interlocutori, spingendoli a concludere trattative velocissime pur di liberarsi dall’imbarazzo.

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Lanza di Trabia aveva un fiuto particolare per i talenti. Fu lui a scoprire Helge Bronée, acquistandolo dal Nancy per 40 milioni di lire, dopo aver assistito ad una partita insieme al principe Ranieri di Monaco. Portò a Palermo giocatori del calibro di Gimona, Conti, Di Bella, De Santis, Pavesi Luigi Fuin dalla Lazio e Benigno, Ninetto, De Grandi dal Milan. Ma la sua abilità non si limitava ai giocatori italiani. Lanza di Trabia fu pioniere nell’acquisto di calciatori stranieri, come il ceco Vycpálek (zio di Zeman, che arrivò svincolato dalla Juve), il turco Sukru Gulesin e l’argentino Enrique Martegani. Si deve a lui l’arrivo dalla Lucchese di Viani, figura chiave, non solo per la panchina ma anche per la direzione dell’area tecnica e sportiva, destinata a segnare la storia del calcio italiano. Raimondo ha un modello di riferimento per l’evoluzione del “suo” Palermo: la Juve di Agnelli. Vuole creare nel meridione una società analoga a quella bianconera – in termini di prestigio e rispettabilità – in grado di sfidarla e contenderle il primato.

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Per questo, si rivolge fin da subito all’amico Gianni, uno dei massimi esperti di calcio dell’epoca. Gli chiede consigli, prende spunto da lui, cerca di sottrargli informazioni, ma – soprattutto – lo sfida. Tanto che si narra che i due avessero scommesso diecimila lire sulla vittoria del campionato da parte del Palermo. Impresa che per poco non riesce se è vero che nella stagione ’51, la squadra condivide la testa della classifica con Milan e Juve per almeno undici giornate, prima di crollare e accontentarsi dell’undicesimo posto come piazzamento finale. Resta fonte di rimpianti e recriminazioni l’allontanamento “ingiustificato” del Principe a campionato in corso, per un viaggio di “piacere” in Persia (pare di caccia), concomitante con il rallentamento dei risultati sportivi che fa svanire il sogno di un tricolore a tinte rosanero.

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La vita di Lanza di Trabia fu un intreccio di relazioni con personaggi influenti dell’epoca. Frequentava assiduamente figure come Gianni Agnelli, Aristotele Onassis, l’ultimo scià di Persia, Galeazzo Ciano e Alberto Moravia. Nel mondo del cinema, fu amico di Errol Flynn, con cui condivideva il carattere spavaldo e la passione per l’alcool. Ebbe flirt con numerose attrici famose, tra cui Rita Hayworth, Carroll Baker e Joan Crawford. Nel mondo della politica, fu amico di Galeazzo Ciano e si dice avesse una relazione con Edda Mussolini. Queste amicizie gli aprirono molte porte, permettendogli di muoversi con disinvoltura tra i salotti più esclusivi di Roma e del mondo.

La vita avventurosa di Raimondo Lanza di Trabia ebbe una fine tanto tragica quanto misteriosa. Il 30 novembre 1954, all’età di soli 39 anni, morì cadendo dalla finestra dell’Hotel Eden a Roma. Le circostanze della sua morte rimasero avvolte nel mistero perché in tanti sono convinti che non si trattò di un suicidio. La sua scomparsa ispirò il cantante Domenico Modugno, suo amico, a scrivere la celebre canzone ‘Vecchio Frac’. Questo brano divenne un omaggio immortale al principe e al suo stile di vita.

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L’eredità di Lanza di Trabia nel mondo del calcio è quindi indiscutibile. Il suo approccio innovativo ai trasferimenti dei calciatori ha gettato le basi per il calciomercato moderno. Oggi, quando sentiamo parlare di trattative milionarie e di agenti calcistici, dobbiamo ricordare che tutto ebbe inizio con questo affascinante principe siciliano.

Raimondo Lanza di Trabia: nobile, avventuriero, visionario. Un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del calcio e nella società del suo tempo. La sua storia ci ricorda come a volte le grandi innovazioni nascano dall’audacia e dalla passione di individui straordinari.

 

 

 

 

 

 

 

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