Palermo, problemi vecchi e profondi

Palermo, problemi vecchi e profondi

Quasi un terzo di campionato trascorso è sufficiente per un primo valido bilancio, con 12 partite giocate e un Palermo in una situazione critica e preoccupante, che probabilmente va ben oltre i numeri. I rosanero occupano attualmente l’ottava posizione con 16 punti, a ben 9 lunghezze dalla seconda posizione che garantirebbe la promozione diretta in Serie A e con soli tre punti di vantaggio dalla zona critica della graduatoria. Il quarto posto, utile per un buon piazzamento ai playoff, resta ancora vicino (appena due punti), ma ciò non basta a placare i dubbi che circondano la squadra e il progetto.

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Come nella scorsa stagione prosegue il preoccupante cammino del Palermo tra le mura amiche: in casa i rosanero hanno conquistato solo 5 punti, collocandosi al terz’ultimo posto nella speciale classifica interna, davanti solo a Cittadella e Frosinone. In trasferta, invece, il Palermo si trova in terza posizione con 11 punti, dietro soltanto a Pisa e Sassuolo. Questa netta discrepanza nelle prestazioni evidenzia un’assenza di solidità e continuità che preoccupa tifosi e addetti ai lavori.

Attacco sterile del Palermo, ecco uno dei problemi

Tredicesimo attacco con 12 goal messi a segno, davvero troppo pochi rispetto alle squadre di vertice e probabilmente vero grande problema del gruppo di Dionisi in questo deludente avvio di campionato. L’unico dato positivo rispetto alle scorse stagioni è quello della difesa che è la terza del campionato con 10 goal subiti dopo Spezia e Catanzaro, ma comunque non indenne da amnesie e inaccettabili cali di concentrazione.

Al di là dei numeri, il problema più grave appare di natura strutturale e mentale. Siamo alla terza stagione della nuova proprietà del City Football Group e al terzo allenatore, ma i limiti del Palermo sembrano sempre gli stessi. Manca una mentalità adeguata alla categoria e all’obiettivo della Serie A, riflesso di un’identità di squadra che non si è mai veramente consolidata.

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Dionisi è sicuramente sotto pressione, ma i dubbi sull’origine dei problemi vanno oltre la guida tecnica e i giocatori: si guarda anche verso Manchester e alla dirigenza del City Football Group, da cui il Palermo dipende, e che ha responsabilità dirette nella costruzione e gestione di questo progetto.

Il CFG, entrato in società con l’obiettivo di portare il Palermo in Serie A e, a lungo termine, in Europa, non sembra ancora aver trovato la chiave per costruire una squadra capace di interpretare al meglio le difficoltà della Serie B. Le promesse e gli ingenti investimenti non sono ancora bastati a creare una squadra competitiva, e i tifosi, che hanno riempito il Barbera in diverse occasioni, sono sempre più disillusi e preoccupati.

Palermo, c’è ancora più di metà campionato ma…

Rimane ancora più di metà campionato, ma questi primi tre mesi di stagione hanno rimesso a nudo problemi già emersi negli scorsi anni e che andavamo probabilmente affrontati e risolti molto prima e con maggiore incisività, prova ne sia che al termine della gara persa contro il Cittadella il Palermo schierava in campo ben dieci undicesimi dei titolari dello scorso anno.

Questa estate, come sottolineavano molti addetti ai lavori, era forse necessaria una campagna acquisti più incisiva, in grado davvero di elevare il tasso tecnico e caratteriale di questo gruppo. Oggi rimane solo il difficile e limitato mercato di riparazione di gennaio. Nel frattempo il tempo stringe, e la Serie A, oggi, sembra ancora un obiettivo troppo lontano.

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