Il direttore generale del Cittadella, Stefano Marchetti, è tornato a parlare dei playoff e del caso Palermo. L’ha fatto ieri ai microfoni di TMW, ecco quanto da lui rilasciato, in attesa del match di ritorno contro il Benevento.
Da anni partecipate ai playoff. È arrivato il momento di alzare l’asticella?
“Il Cittadella deve alzare le asticelle una alla volta. Con il nostro modo di ragionare arriviamo da tre anni ai playoff, che poi vengono determinati dagli episodi. Ci sarebbe da analizzare gli episodi per cui abbiamo perso, ma non è ancora il momento”.
Sulla carta il Benevento è favorito.
“Ha un organico importante, non c’è alcun dubbio. Molti hanno anche giocato in Serie A. Poi il campo può avere mille imprevisti. Ma noi abbiamo organizzazione e anche un grande cuore”
Se Venturato rimarrà il prossimo anno
“È un allenatore che stimo tantissimo. Come uomo e come professionista. C’è grande sintonia dentro e fuori dal campo, credo sia il punto di partenza da cui ricominciare in futuro”.
Il futuro di Marchetti
“Penso alla partita contro il Benevento e alla mia realtà che è il Cittadella. Devo cercare di tirare fuori il massimo da tutti, anche da me stesso. Qui ho stimoli importanti, per me il Cittadella ha un valore importante”
Caos Serie B: giorni fa siete partiti per La Spezia senza avere certezza di giocare perché si attendeva l’esito della richiesta di sospensiva cautelare del Palermo. Come avete vissuto la settimana?
“Abbiamo aspettato di sapere cosa fare. Siamo partiti non sapendo se si giocasse oppure no. Io ho cercato di isolare la squadra il più possibile. I ragazzi sono partiti con la certezza di giocare, io e il presidente invece questa certezza non ce l’avevamo”.
Sul caos in Serie B
“Dirò una cosa brutta, forse anche provocatoria: ormai ci siamo abituati a queste cose. Sono arrivato a un punto che non mi stupisco più di nulla. È diventato normale vedete cose del genere e questo è grave. È ora che il calcio cambi, ma lo diciamo tutti gli anni. Mi piacerebbe che in futuro ci fosse realmente un cambiamento: i campionati devono giocarsi in campo e non in tribunale”.
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