In attesa dell’esclusione ufficiale dalla B, istituzioni al lavoro per il futuro.
Al sindaco Orlando sono già arrivate proposte per il titolo. Ma c’è una procedura da rispettare.
Confermato l’interesse al club di Ferrero e di Mirri con Sagramola.
E c’è una cordata cinese. Decisivo il piano industriale credibile e autonomo
Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola
Nell’articolo di Paolo Vannini il punto sulle proposte di diversi soggetti interessati all’acquisizione della società rosanero ma anche le tempistiche da rispettare per costruire il Palermo del futuro. Tempi stretti perché in un mese bisognerà fare il bando, valutare le richieste, scegliere il soggetto che ha i migliori requisiti e a quel punto creare una nuova società che poi dovrà prendere un allenatore, un direttore sportivo, allestire una squadra e fare un ritiro. Tutto entro fine mese. Ma le esperienze di Bari, Avellino e Cesena dicono che si può fare ma non si può tergiversare.
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Ad oggi c’è ancora un club e purtroppo bisognerà aspettare le scadenze istituzionali prima di iniziare le manovre per la nuova società.
I costi iniziali scrive Vannini si aggirano intorno ai 3/5 milioni di euro ma gli impegni importanti dovrebbero arrivare dopo.
Un bando che, a detta del Sindaco, dovrà prevedere un piano triennale di investimenti.
Sul tavolo le proposte sono quelle già circolate in questi giorni con Massimo Ferrero che si è già fatto sentire con Orlando, con la telefonata arrivata al sindaco da Hong kong, con l’interesse di Mirri che sta lavorando insieme a Sagramola. Accanto a loro non ci sarebbe Preziosi bensì altri imprenditori che vorrebbero rilanciare il Palermo.
Inoltre scrive il giornale è emerso il nome del l’italo-americano Tony Di Piazza che già a febbraio aveva fatto un pensierino sui rosaneo.
Una delle caratteristiche fondamentali che dovrà avere il nuovo Palermo sarà quello dell’autonomia e cioè che un’operazione stile quella che fece Sensi, ai tempi proprietario della Roma, prendendo il Palermo da Ferrara non sarà più possibile anche perché i regolamenti sono cambiati e impediscono partecipazioni di familiari a chi già detiene altri club, scrive il giornale.
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L’idea è quella che una squadra di calcio che rappresenta una città non deve essere una seconda squadra di nessuno.
Scrive Vannini, in chiusura di articolo, ..l’importante è che nasca un Palermo autonomo e senza tutor.
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