Il tecnico della mancata B: «I dubbi c’erano ma speravo che si risolvesse tutto. Rapporti solo con Lucchesi».
«Per un siciliano il rosanero è il top. Avrei fatto bene come al Catania».
«Salvatore Tuttolomondo l‘ho visto il giorno della presentazione e mi ha dato certezze.
Anche Lucchesi era certo che alla fine il Palermo si sarebbe iscritto. L’ho visto dispiaciuto.”
Torna a parlare Pasquale Marino, in una interessante intervista realizzata da Giovanni Di Marco sulla Gazzetta dello Sport oggi in edicola. L’ultimo tecnico rosanero della storia della u.s. Città di Palermo non nasconde tutto il suo rammarico e le sue incertezze che lo accompagnavano durante il breve periodo in cui è stato, sulla carta, il nuovo allenatore.
Vi riportiamo solo qualche passaggio dell’intervista che potete trovare sulla Gazzetta:
“Devo ammettere che col passare dei giorni i dubbi e i timori sono cresciuti…ora penso a tifosi e dipendenti che rischiano il lavoro. Sono addolorato per loro..
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Avevo detto no al rinnovo con lo Spezia per divergenze programmatiche, e il Palermo è stata la prima squadra che mi ha cercato. Da siciliano, non potevo rifiutare….La paura si è materializzata il pomeriggio del 24. Di certe cose non potevo avere contezza, prima. Essendo nuovo, non è che mi confrontavo coi dipendenti o i giocatori.
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Non penso che la scelta sia caduta su di me per ingannare la gente. Ripeto, sapevo di correre un rischio, e davanti alla proposta del Palermo ho deciso di rischiare…Ero
consapevole che non mi avrebbero messo in mano uno squadrone, questo sì. Non mi spaventava
l’idea di ripartire da zero..
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Per vincere, in qualsiasi categoria, serve gente che quella categoria la conosca bene e che l’ha praticata, di recente. Io vinsi a Paternò, 15 anni fa. Erano altri tempi…”
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