Palermitano di nascita, Roberto Crivello, classe ‘91, è cresciuto a Mondello, il quartiere balneare del capoluogo siciliano. Terzino sinistro ma, all’occorrenza, può adattarsi come difensore centrale. E quest’anno con Edoardo Lancini e Andrea Accardi non dovrebbe essercene bisogno.
“Sono contento per i miei compagni, ma da palermitano sono molto dispiaciuto perché Palermo è la mia città ed è la città che amo“. Queste erano state le dichiarazioni del siciliano a Sky Sport, pochi giorni dopo quella misteriosa finale persa a Frosinone dai rosanero, il lontano giugno 2018.
Una nuova vita
Come cambiano le cose: Roberto Crivello ha da pochissimi giorni (23 agosto) firmato con il nuovo Palermo targato Mirri-Di Piazza e, subito dopo la rescissione con lo Spezia e la firma con la nuova SSD Palermo, ancora una volta – di certo non la prima – i tifosi rosanero hanno assunto posizioni diametralmente opposte. Chi felice per lo spessore tecnico e d’esperienza che porta con sé in città, e chi, invece, non è riuscito a rimarginare una ferita ancora troppo vicina. Nonostante il tempo trascorso le vicende susseguitesi che hanno poi delineato un futuro tristemente chiaro, non è riuscito a gioire dell’arrivo del palermitano in questa neonata formazione. Anzi.
La carriera
Roberto Crivello cresce calcisticamente nelle giovanili della Tieffe Parmonval. Nel 2011 dopo diversi apprezzamenti e osservazioni a livello nazionale, firma un contratto con il Gela dove milita un anno ottenendo solo 2 presenze stagionali. Nell’estate 2013, dopo avere rescisso il suo contratto col San Marino, si trasferisce al Frosinone. Lì, i tifosi lo considerano tutt’oggi uno dei giocatori più rappresentativi del club gialloblu. 122 partite e scalata dalla Serie C alla A con i ciociari.
Finiranno questi futili e banali accostamenti fra un calciatore e la rivalità con una società dove ha giocato? Quali colpe ha Crivello se ha giocato nel Frosinone? Se a un tifoso del Palermo viene offerto un bellissimo posto di lavoro a Catania, molto ben pagato, accetterà?
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