Nella giornata di oggi, il Palermo Calcio a 5 ha presentato alla stampa e ai tifosi la nuova stagione del club. Al Sanlorenzo Mercato, è intervenuto anche Dario Mirri, in qualità di presidente onorario:
“Le emozioni ci accomunano, è bello emozionarsi. Il progetto è basato sul desiderio di costruire qualcosa. Il fatto di avere pensato a me come presidente onorario mi fa piacere. Quello che posso garantirvi è che questo onore che mi è stato riconosciuto lo condurrò al meglio. Noi sappiamo cos’è l’onore, il rispetto per gli altri. Ecco perchè la legalità, il rispetto delle regole, è proprio quello che voglio fare rispettare come presidente del Palermo calcio e del Palermo calcio a 5.
In due mesi abbiamo fatto cose importanti. Il mio ringraziamento va al sindaco Orlando, perchè ha premiato la territorialità. Noi palermitani siamo capaci di fare le cose. Stiamo costruendo delle basi di trasparenza e legalità che sono fondamentali. Sono socio anche del Palermo Calcio Popolare perchè rappresenta trasparenza, il calcio non può essere in mano a soggetti con finalità speculative. Io rappresento la passione, l’amore delle persone, che non possono essere distrutti da quello che è successo negli ultimi anni.
Al di là della categoria non mi sentivo rappresentato. Era proprio un approccio diverso da un punto di vista culturale. Il calcio deve essere ispirato alle radici, all’eredità da dare ai nostri figli. Abbiamo una grande responsabilità sociale. L’iniziativa della targhetta secondo me è utile anche per conoscersi e riconoscersi, per creare delle comunità. Lo stadio è il fatto della domenica, rappresentiamo una comunità.
L’obiettivo è quello di creare una polisportiva virtuale. Secondo me, al di là dello sport, le squadre di Palermo dovrebbero avere lo stesso nome, lo stesso logo, in modo da poter promuovere l’immagine della città e di eventuali sponsor, attraverso iniziative di marketing e commerciale. Ciò deve nascere dal calcio a 11, che è quello con il maggiore impatto mediatico. Non creiamo sovrastrutture inutili, condividiamo l’idea, la stessa maglia, gli stessi colori, l’appartenenza che si potrebbe sviluppare nel tempo.
Vi è solo un soggetto costituito per l’azionariato popolare. La paura è che il progetto vada a vuoto e sarebbe una sconfitta per il progetto che ho presentato. Se non ci sono gruppi, vuol dire che del Palermo non gliene frega niente a nessuno. Partecipare vuol dire attivarsi, a parole tutti bravi, ma servono fatti non per problematiche economiche ma per una questione di progettualità. Vi è un appuntamento concreto, a novembre chi non ha fatto il suo deve farsi un esame di coscienza“.
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