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Silvio Di Stefano: “Quando vedo correre i giocatori del Palermo, mi sembra di correre pure io”

Palermo Silvio


E se non potrò correre e nemmeno camminare imparerò a volare”

Silvio Di Stefano, giovanissimo tifoso del Palermo, è un ragazzo davvero straordinario. Per lui, l’amore per la vita è più forte del destino. E’ riuscito a trovare il senso più autentico dell’ esistenza e ad irradiare,  con il suo disarmante sorriso, luce e bellezza attorno a sé:
“Non posso camminare – ha raccontato ai nostri microfoni – perché quando ero piccolo ho avuto una ipossia da parto, una mancanza di ossigeno al cervello. Questo mi ha portato ad avere un danno cerebrale a livello motorio. Mi ha levato tanto, ma mi ha dato tante altre cose belle e meravigliose. La cosa più bella che mi ha dato è che mi si avvicinano persone che mi vogliono veramente bene ed ho una famiglia che mi sostiene in tutto quello che faccio.”

Quando è nato il tuo amore per il Palermo?
Tanti anni fa un signore disabile come me mi ha invitato ad andare al Barbera e da lì è nato il mio amore per il Palermo. Ho visto tanta gente stare bene allo stadio e questo mi ha reso felice, perché a me piace vedere le persone felici. L’entusiasmo dei tifosi mi ha trascinato e da allora vado sempre allo stadio, anche quando piove. Spesso mi accompagnano i miei genitori o qualche volta vado con gli amici ed i miei cugini. Il Palermo ha fatto tanto per me, perché quando vado allo stadio e vedo i calciatori correre, mi sembra di correre pure io.”

Anche i tuoi genitori sono tifosi rosanero?
“Prima non guardavano mai nessuna partita, poi grazie a me sono dovuti venire allo stadio ed un po’ li ho contagiati.”

Ricordi qual è stata la prima gara che hai visto al Barbera e quale giocatore ti è rimasto particolarmente nel cuore?
Era un Palermo-Cagliari. Poteva restarmi nel cuore Fabrizio Miccoli e senza quelle intercettazioni telefoniche avrei detto sicuramente lui, perché come giocatore è stato un grandissimo. Secondo me un calciatore rappresenta la maglia che indossa e quello che ha fatto è stato come andare contro sé stesso. Ho amato molto Pastore, indimenticabile. Ma l’emozione più grande che ho avuto è stata la finale di Coppa Italia contro l’Inter. Non sono potuto andare a Roma perché l’indomani dovevo partire per la Germania.”

Come hai vissuto il fallimento dell’U.S. Città di Palermo?
“Per me è stata una grande tristezza e un grande dolore, si è distrutto tutto quello che avevamo di bello. Però nel dolore è arrivato il nostro liberatore, il nostro fallimento è stata anche la nostra fortuna più grande. Ho aderito all’azionariato popolare con “Amici Rosanero” perché per me Palermo ed il Palermo è un patrimonio inestimabile ed è giusto che tutti facciamo la nostra parte, perché tutti siamo speciali e tutti possiamo dare qualcosa a questo mondo. Diciamo sempre che a Palermo le cose non possono mai cambiare, per cambiare le cose dobbiamo agire noi palermitani e siccome la nostra squadra ci rappresenta, dobbiamo dimostrare che noi ci siamo e che vogliamo farlo per davvero.”

Per quale motivo ti rechi in Germania?
“Per motivi di salute, purtroppo qui ci sono tante pecche, ma ho trovato questa clinica vicino Monaco di Baviera dopo posso fare delle terapie adatte alla mia disabilità. Prima partivo con più frequenza, perché mi costruivano dei tutori ed ho subito qualche intervento, adesso parto una volta all’anno per i controlli.”

Attualmente quale corso di laurea stai seguendo?
“Mi sono diplomato due anni fa ed adesso sono iscritto alla Facoltà di Scienze e Tecnologie Agrarie con curriculum in Agricoltura Biologica. Credo che la natura ha tutte le potenzialità per potercela fare da sola, noi dobbiamo essere bravi a saper cogliere quello che ci offre. L’inquinamento ambientale ci impone di fare un’agricoltura eco-sostenibile che rispetti l’ambiente e non lo distrugga.”

Qual è il tuo sogno per il futuro?
“Sogno di diventare un agronomo e di dare il mio piccolo contributo al mondo, penso che ognuno di noi è speciale, se tutti facciamo bene le nostre azioni, il mondo sarebbe sicuramente migliore. Cerco di affrontare la vita con il sorriso, ci provo sempre, ma siamo umani e ci sono giorni in cui mi abbatto. Quando sono un po’ giù mi aiuta il Palermo, Gesù e tutte le persone che mi stanno vicino.”

Cosa vuoi augurare alla tua squadra del cuore ed al Presidente Mirri?
“Posso augurare solo il meglio al Palermo, che possa tornare presto in Serie A. Ma il mio sogno più grande è di rivedere la Curva Nord riunita. Ho avuto la grande fortuna e il grande onore di conoscere il Presidente e posso dire che è una persona speciale perché lui prima di essere un presidente è un tifoso come noi. Lui però mi ha detto che anche io sono il presidente, che tutti noi lo siamo.”