Vecchio palermo, rischio fallimento.
Slitta il verdetto. Dopo l’offerta prevista una riunione per decidere sul concordato. Resta il nodo delle spese di Tuttolomondo.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
La procura, attende la decisione del tribunale fallimentare per valutare se e quando far partire gli avvisi di garanzia per bancarotta fraudolenta (e forse anche le misure cautelari) nei confronti degli amministratori del club dal 2014 a quest’anno.
Finisce così l’articolo di Francesco Patanè che ci informa che ieri il collegio della quarta Sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo ha concesso alcuni giorni ai tecnici per studiare l’effettiva consistenza dell’offerta presentata dalla famiglia Zamparini.
Successivamente il tribunale deciderà se dichiarare fallimento o accogliere la richiesta di concordato preventivo. Un tentativo disperato, scrive il giornale, per evitare il fallimento ma ciò sembra scontrarsi con le azioni compiute dalla gestione Tuttolomondo che in piena procedura fallimentare presero 330 mila euro dalle casse sociali.
Una manovra che secondo la procura non sono è penalmente perseguibile ma di fatto renderebbe inaccettabile la richiesta di concordato .
Nelle parole dell’amministratore giudiziario nominato dal tribunale, il dottore La Croce, la spiegazione del motivo del rinvio: “Stavo revocando la richiesta di concordato dopo aver accertato che la gestione del club riconducibile ad Arkus aveva distratto un’ingente somma dal club in favore di una società di cui Tuttolomondo è socio, quando è arrivata la mail della famiglia Zamparini con l’offerta di 10 milioni da versare per scongiurare il fallimento …A quel punto è stato informato il collegio fallimentare che ha sospeso la decisione per consentirci di analizzare la nuova situazione..Saranno dieci ore di totale immersione nei bilanci e nei documenti dell’Us Città di Palermo per capire se un’ipotesi di concordato è finanziariamente sostenibile alla luce dell’ultimo colpo di scena, la disponibilità della famiglia Zamparini di immettere nelle casse della società dieci milioni di euro”.
Patanè scrive che per l’amministratore giudiziario questo rinvio sembrerebbe un atto dovuto proprio affinché il tribunale possa avere tutti gli elementi per decidere dopo questa riunione.
La condizione indispensabile sembrerebbe essere l’effettivo versamento di questi 10 milioni’ e non sconti di presunti crediti, compensazioni o altri giochetti finanziari che non sarebbero assolutamente ammessi.
Nonostante tutto ciò il collegio del tribunale fallimentare potrebbe non accogliere la richiesta di concordato. La procura attende e aspetta di sapere quando e se far partire gli avvisi di garanzia ..
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