“Niente può succedere fino a quando non è stato sognato”
Amare Palermo ed il Palermo non è sempre facile. Da oltre cento anni si alternano da sempre il Rosa ed il Nero, le gioie e i dolori. Eppure, nonostante la storia talvolta tribolata del club, chi ama il Palermo rimane per sempre legato a questi colori; alcuni tifosi poi riescono a dipingere di rosanero anche il proprio lavoro.
Valentina Gebbia, nota giornalista, scrittrice, sceneggiatrice, attrice e regista, autrice di parecchi romanzi, saggi e racconti in antologie, nonché sfegatata tifosa rosanero, ha scelto di raccontare una Palermo che nessuno ha mai raccontato:
“In questo periodo, sto lavorando ad una fiction tratta dai miei romanzi dedicati alla famiglia Mangiaracina. Una famiglia scalcagnata del Borgo Vecchio che indaga in maniera abusiva e un po’ sopra le righe. Il protagonista Terio è un tifoso rosanero e quindi il Palermo è protagonista a tutti gli effetti. Credo che la squadra rosanero sia nel DNA di ogni palermitano. Il modo di vivere la squadra, per chi veramente crede nelle potenzialità di questa città, è di amarla con tutto il cuore. Palermo potrebbe davvero essere un paradiso a tutti i livelli e questo modo di vivere così il calcio, a mio avviso, è molto positivo. Quello che dispiace ed addolora è che spesso la nostra città è raccontata solo per i suoi aspetti negativi. Noi siamo stati sempre una tifoseria corretta e tranquilla, ma questo non è mai emerso più di tanto, un palermitano vero ha il cuore rosanero, c’è poco da fare. Il mio scopo è sempre stato quello di raccontare una Palermo diversa ed era dunque ovvio che il protagonista dei miei libri fosse un tifoso del Palermo, con tutto quello che ha sofferto per le vicissitudini della società.”
Niente può succedere fino a quando non è stato sognato, è una frase che campeggia sulla homepage del tuo sito, pensi possa adattarsi anche al nuovo Palermo di Dario Mirri?
“Credo proprio di si. E’ una frase importante perché significa che tutti noi dobbiamo avere delle visioni, dei sogni, degli obiettivi e dei traguardi da raggiungere. Perché se tutto non nasce prima dentro di noi, è difficile poi da realizzare. Niente piove dal cielo, ci vuole la nostra partecipazione anche in termine di voglia e di desiderio di raggiungere un sogno. E’ la storia della mia vita. Ma è anche la storia di questa nuova Società ed il motivo per il quale io sono così entusiasta. Quando racconto la mia Palermo, anche all’ Estero, dico sempre che la nostra Terra è splendida, ci manca però essere complici tra noi, ci manca un senso di appartenenza che è difficile da raggiungere. Adesso questa nuova società ci sta dando questa possibilità.”
Quanto è stato importante, secondo te, ripartire da un presidente palermitano?
“Penso sia stato fondamentale, grazie a Mirri abbiamo ritrovato quel senso di appartenenza e l’entusiasmo che si erano smarriti. Noi siamo stati colonizzati da sempre, anche nel calcio con Zamparini. Ci ha fatto vedere cose buone e ci ha fatto rialzare la testa, purtroppo non è mai stato un tifoso del Palermo. Ci ha visto come un’occasione di guadagno, non guardava nemmeno le partite. Dario Mirri invece è uno di noi, il fatto stesso che è rimasto in gradinata con l’amore che ha sempre avuto, ci fa sentire questo Palermo nuovamente nostro, come non lo sentivamo più da tempo. Forse dai tempi di Renzo Barbera.”
Da quanto tempo segui il Palermo?
“Tifo Palermo da quando ero una bambina, ma in famiglia c’è anche mio fratello Piero, pure lui malato rosanero, e mio nipote Francesco, suo figlio, che era abbonato con suo padre già dall’età di 5 anni. Io sono tornata ad abbonarmi da quest’anno, perché sono sulla stessa lunghezza d’onda della nuova società. È tutto diverso, è l’anno della nostra rinascita, la costruzione di un nuovo sogno. Le sensazioni che provo quando entro al Barbera sono indescrivibili, il nostro stadio è unico nel suo genere e in questo momento storico lo è anche a livello mondiale, non si è mai visto in categorie inferiori una partecipazione così coinvolgente dei tifosi. Ci sono donne, bambini, colori ed allegria. E’ come essere tutti una grande famiglia, con i giovani, i calciatori, c’è una voglia di crescere tutti insieme. Per tale motivo ho aderito all’azionariato popolare con “Amici Rosanero”, credo che a noi tifosi è stata data una grande possibilità per poter essere all’interno della società e poter dire la nostra. Siamo tornati ad essere padroni del nostro destino.”
Cosa vuoi augurare al Presidente Mirri:
“Al Presidente vorrei dire di restare così come è, di non cambiare mai, di non montarsi mai la testa il giorno in cui saremo in serie A, perché noi ci arriveremo con lui, di rimanere uno di noi e di rendersi conto che alla squadra non dovrà mai mancare l’abbraccio di questa città. E poi vorrei che questo amore, che questa passione di noi tifosi e questo stadio rimanessero così per sempre. Solo a guardare il Barbera provo un’emozione grandissima, siamo Aquile e stiamo volando per davvero. Vorrei che tutto questo non venisse mai dimenticato. Questa città merita il massimo, non solo nel calcio ma anche in tutto il resto della sua realtà.”
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