Il Palermo incappa nella seconda partita consecutiva senza vittoria, senza gol e quasi senza alcuno spunto degno di nota. Sia chiaro a tutti: nessun catastrofismo. Tuttavia, non si può e non si deve far finta di nulla. Continuare a parlare di cali fisiologici o di campi piccoli ed arbitri inesperti significherebbe illuderci. Non è la prima volta che il Palermo non convince in trasferta. In diverse circostanze è stata la sorte ad assisterci: dal gollonzo di Lucera a Marsala alla traversa del messinese Carrozza, sino ai miracoli di Pelagotti a Biancavilla e alla deviazione di Lancini a Nola. Ma il problema “trasferta” resta ed è al momento irrisolto.
Il Palermo di oggi pomeriggio è stato brutto ed inconcludente. Esattamente come contro il Savoia, senza però l’attenuante di avere di fronte una squadra cattiva e determinata: la Palmese ha onorato sì l’incontro, ma è apparsa una formazione battibilissima, con le sue debolezze ed amnesie. Pergolizzi, il vero protagonista della mancata vittoria, non ha saputo coglierle.
Dispiace riversare le responsabilità sul mister, ma non è ammissibile regalare un tempo ad un avversario quasi “spuntato” (il solo Fioretti guidava l’attacco neroverde) schierando 4 difensori di ruolo: Lancini, Crivello e i terzini ben poco di spinta Accardi e Vaccaro. Qualcuno era di troppo e Pergolizzi l’aveva pure compreso quando all’infortunio occorso a Crivello gli è subentrato Ambro. Anche perché tra centrocampo ed attacco è mancato per vie centrali un collante quale avrebbe potuto essere un trequartista. Invece, per un’intera frazione di gioco, il Palermo ha praticamente giocato con sei esterni: i terzini, le due mezzali (Martinelli e Langella) costantemente spiegate ai lati del campo e i due esterni d’attacco (Santana e Lucera). Ancora una volta, qualcuno era di troppo ed un centrocampista centrale, possibilmente offensivo, quale Ambro avrebbe potuto sparigliare le carte.
Effettivamente ad inizio secondo tempo la sostituzione ha dato speranza al Palermo, che finalmente ha osato spingersi in avanti per creare qualche timida palla-gol. Ma, al minuto 76, il mister vincitore di un Campionato Primavera ha deciso inspiegabilmente di ammazzare la partita: fuori un centrocampista (Langella), dentro il giovanissimo Peretti ovvero l’ennesimo terzino. Quel difensore che era stato tolto a fine primo tempo per alzare il baricentro è stato reinserito nel finale di gara con un punteggio che non era assolutamente cambiato. E il Palermo è tornato ad arrancare facendosi rivedere soltanto nei minuti di recupero, ma con scarsa convinzione. Pergolizzi avrebbe ancora avuto due cambi a disposizione, ma Kraja e Felici sono rimasti in panca.
E purtroppo la scelta di far riposare il giovane attaccante in prestito dal Lecce non ha reso: sia Lucera che Rizzo Pinna sono sembrati piuttosto fumosi, mentre Santana ha disputato la sua peggiore prestazione dell’anno. La deludente prova di Martin, soprattutto nel servizio ai compagni, non ha giovato alla manovra della squadra, che è stata pochissimo fluida. Infine, il Palermo ha beccato 4 cartellini gialli: il dato, inusuale per la squadra sinora più corretta del girone, testimonia la scarsa lucidità del momento.
Al ritorno da Palmi contiamo ormai centottanta minuti di siccità, pura confusione tattica e nervi a fior di pelle, dentro e fuori lo stadio. Il campanello d’allarme è ora suonato e il Palermo deve trovare al più presto una soluzione. Il campionato è lunghissimo, gli otto punti di distacco dal Savoia “corsaro” al Barbera non illudano: d’altronde noi tifosi, dopo le ultime due stagioni da Campioni d’Inverno, dovremmo già saperlo.
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