Lunga e dettagliata intervista concessa da mister Rosario Pergolizzi ai microfoni di Tuttomercatoweb.com , diversi i temi trattati complice il nuovo corso della società che a distanza di mesi dalla sua nascita rappresenta ancora un tema di forte impatto mediatico.
Nell’intervista al mister rosanero si spazia dalla componente personale e intima al ruolo della dirigenza nonché a quello di giocatori e tifosi.
Sulla personale esperienza a Palermo e con il Palermo dopo 10 anni dalla vittoria dello scudetto primavera proprio alla guida dei rosanero: “A fine luglio il palermo cercava un allenatore giovane. Alla fine sono entrato anche io in lizza, ho visto il mio nome sul giornale, nel giro di 10-12 giorni mi ha chiamato il club, mi ha chiesto di venire qui, per capire che situazione ci fosse.
Adesso abito ad Ascolti, ma sono tornato a casa. Si riparte da zero, dalla D… Mi dà responsabilità e forza. Non ho accettato subito, ma di corsa. Sto scherzando”
Sulla nuova realtà del calcio Palermitano e sulla voglia di tornare agli alti livelli visti in passato : “La gente deve immedesimarsi pure nel calcio, non vedere la criticità, il fattore negativo, tutto nero. Ripartendo da zero ci sono delle fatiche, chi non fa non sbaglia, ma chi fa è costretto a sbagliare.
Riportare 20 mila persone allo stadio è merito di questo club, delle persone che ci sono dietro. Bisogna avere entusiasmo per questi ragazzi, hanno vinto dieci partite consecutive e non c’è l’idea di buttare via tutto quello che di buono è stato fatto. Non mi interessando i record, senza sacrificio e coraggio non si va da nessuna parte. Solo il tempo dirà cosa sarà del Palermo calcio.”
Sulla responsabilità di essere la prima della classe: “Alla fine rimangono le vittorie, e non è mai facile vincere. Calcio spettacolo? Non so chi lo possa dare, in qualsiasi categoria trovi allenatori preparati, gente che sa leggere le partite. La Juve ha pareggiato a Lecce, stentando contro squadre in casa. Tutti giocano alla morte contro di noi, diventa tutto più difficile.”
Sul tema dell’assenza di un centro sportivo : “Il Palermo si è sempre allenato al Tenente Onorato, un campo militare, che non aveva la possibilità di far entrare civili. Qui a Carini abbiamo un sintetico, ma il Palermo – che sia terra battuta o lo spettacolare manto della Favorita – deve vincere.”
Sul paragone tra vecchia e nuova società: “Io ho vissuto l’era Zamparini, tutto era già stabilito, la società era arrivata al top con Coppa UEFA, finale di Coppa Italia, Scudetto Primavera vinto. Era il lavoro di dieci anni, questo è quello di tre mesi.
Se guardiamo indietro, ad agosto… Stiamo lavorando da tre mesi, questo club ha fatto tantissimo. C’è un settore giovanile, una prima squadra prima in classifica, 15-20 mila spettatori, attivi. Il movimento è stato perfetto. Non sono bastati due risultati negativi per fare saltare il castello, altrimenti non saremmo pronti per determinati obiettivi.”
Sulla prospettiva di crescita di tutto l’ambiente Palermo Calcio: “Viaggiamo su binari diversi, io devo far vivere la squadra nel mondo calcistico, tecnico, tattico, organizzativo. C’è un presidente, oltre all’ad, il ds e l’allenatore. Se poi la società vuole evolvere, trovare altri soldi e investitori, se va bene al presidente, per crescere, è ok per tutti. Chi semina calcio deve parlare solo di calcio.”
L’emozionante scudetto primavera del 2008-2009: ” Se avessi chiesto ai ragazzi di buttarsi dal ponte, loro lo avrebbero fatto. Non pensavamo al negativo, volevamo competere con tutti e davamo tre gol a chiunque.”
Infine le parole del mister sulla rinascita del tifo palermitano: “Dopo la delusione di Zamparini la gente vedeva in Mirri il tifoso, il palermitano. Non può raccontare favole, devi dargli fatti e risultati. Tutti sono della città, dal presidente al team manager, ma ci metteremo tutto. Noi rappresentiamo la città e la nostra terra.”
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