Le parole di Fabrizio Lucchesi non hanno fatto altro che riaprire una vecchia cicatrice nel cuore dei palermitani ancora non del tutto chiusa.
Non è in questa sede che si vuole tentare di trovare un colpevole o un capro espiatorio su cui scaricare le responsabilità del fallimento della nostra squadra, poiché vi sono già procedimenti giudiziari in merito ed è corretto che la giustizia segua il proprio corso e chiunque abbia sbagliato davanti alla legge, paghi.
Ma se non si vuole tentare di individuare un colpevole, poiché non è a noi che compete, allora non si dovrebbe nemmeno cercare dall’altra parte un’assoluzione morale rilasciando interviste dove ci si vuol rendere dispiaciuti per le sorti di una squadra, e di una città, alla quale ogni personaggio ha contribuito fattualmente.
Ciò che sarebbe auspicabile a questo punto, per reale rispetto delle tante famiglie che da questa situazione hanno avuto soltanto da perdere, e per il rispetto di una fede e legame sportivo che lega decine di migliaia di persone soltanto a Palermo, è il silenzio.
Il silenzio non appartiene né agli innocenti, né ai colpevoli; il silenzio, in situazioni come queste rispecchia soltanto il rispetto che si dovrebbe nutrire nei confronti della storia di una città e nei confronti della gente che ogni domenica fa sacrifici per andare a supportare la propria squadra del cuore. Un rispetto che non nasce da sé, ma che dovrebbe essere parte integrante di chiunque faccia parte del mondo del calcio, dalla Terza Categoria fino alla Serie A: laddove vi è una passione che coinvolge migliaia o milioni di persone, deve esserci una dovuta considerazione nei confronti di tale passione.
In un momento in cui ancora la giustizia sta seguendo il proprio corso, in un momento in cui la Palermo calcistica sta iniziando a risorgere dopo i misfatti degli anni passati, in un momento in cui si ha ancora vivo il ricordo delle parole dei personaggi che per ultimi hanno accompagnato le sorti della nostra squadra del cuore, «forse solo il silenzio esiste davvero».
Per quanto ognuno dei personaggi che ha fatto parte della storia dell’U.S. Città di Palermo si senta assolto, deve sapere che sarà per sempre coinvolto nella memoria di ognuno dei tifosi palermitani, nella storia di una città che non dimentica chi gli ha voluto bene e chi gli ha fatto del male, nelle radici solide che ci appartengono e che nessuno potrà mai spodestare, nonostante i numerosi tentativi volta dopo volta di indebolire o fiaccare la nostra fede.
Non sappiamo che fine seguirà la vicenda giudiziaria legata alla vecchia società calcistica palermitana, e siamo anche noi curiosi di sapere chi davanti alla legge ha sbagliato e chi no.
Ciò che sappiamo, però, è che per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti.
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