Questo il titolo di un interessante editoriale di Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport, oggi in edicola.
In un Paese che chiude, dove da stamani è sospesa l’istruzione, è vietato riunirsi, andare al cinema o a teatro, assistere le persone care nei luoghi di cura, baciarsi, stringersi la mano e perfino avvicinarsi a meno di un metro, la Serie A a porte chiuse, da guardare in tv a debita distanza familiare, è l’unica consolazione che ci resta.
Inizia così l’articolo di Barbano che sottolinea come il calcio sia stato riportato alla realtà dall’emergenza virus, che dovrebbe far riflettere tanti sullo spettacolo indecente offerto finora ai tifosi italiani, con le polemiche e i veleni scoppiati in queste settimane. Il calcio come uno dei pochi piaceri rimasti, dopo la chiusura di cinema e teatri o di ogni manifestazione di aggregazione pubblica.
In questo periodo in cui i piaceri sono vietati dall’autorità di Governo, sarebbe opportuno, scrive il giornale, che la Lega offrisse la possibilità ai tifosi di vedere le partite in chiaro,
vista la generosa disponibilità manifestata da Sky. Anche per sottrarre ai siti pirata la ghiotta occasione di fare affari in un’economia di guerra, scrive Barbano.
E paragona il clima di questi giorni al coprifuoco in tempi di guerra, elencando i dati sui morti registrati fino ad oggi, con una media di 4 morti su 100 contagiati in Italia. Cifre più alte a quelle della Cina che fanno pensare ad una situazione delicata e più ampia di quanto si possa pensare.
Il rigore del Governo che teme che allargandosi il fenomeno possa andare in tilt il sistema sanitario ed in particolare i reparti di terapie intensive.
Verranno giorni difficili. Il calcio sia il balsamo di quest’attesa, scrive Barbano in conclusione di articolo.
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