Questo pomeriggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di pandemia da coronavirus. Una conferma che tutti ci saremmo aspettati dopo la veloce diffusione del virus in quasi tutto il mondo.
Come recita il dizionario Treccani, la pandemìa – s. f. [rifacimento di epidemia secondo l’agg. gr. πανδή […] – μιος «di tutto il popolo » (v. pandemio)] –, è un’epidemia con tendenza a diffondersi ovunque, cioè a invadere rapidamente vastissimi territori e continenti. Un esempio tipico è la pandemia di influenza spagnola, tra il 1918 e il 1920, che uccise decine di milioni di persone in tutto il mondo. Una vera pandemia di influenza si verifica quando la trasmissione quasi simultanea avviene in tutto il mondo. Le epidemie stagionali non sono considerate pandemie.
Ci sono diversi modi per affrontarla. Isolando gli infetti man mano che vengono individuati e mettendo in quarantena chi ha avuto contatti con loro, come ha fatto la Cina e l’Italia nella zona rossa. Oppure con la chiusura delle scuole e la sospensione di ogni tipo di evento. Anche in questo caso Cina e Italia hanno provveduto.
L’OMS può chiedere ai singoli Paesi di adottare misure di mitigamento, come il fermo di alcune attività o dei trasporti anche via terra. La preoccupazione principale è quella di poter scatenare il panico in tutta la popolazione mondiale.
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