Intervistato da Radio 24, il numero uno della FIGC, Gabriele Gravina, parla riguardo le linee guida sulla ripresa dell’attività agonistica dopo l’emergenza coronavirus:
“Per noi i campionati nazionali hanno la priorità rispetto alle competizioni internazionali che sono invece tutelate dall’Uefa. Lo abbiamo già fatto presente: così come noi valutiamo dei cambi di format in caso di riduzione delle finestre per giocare, così deve fare l’Uefa rimodulando Champions ed Europa League.
Non voglio nemmeno pensare che non si riparte, sarebbe una iattura, mi preoccuperebbe per il nostro Paese. Grazie al rinvio dell’Europeo, che avevamo fortemente auspicato, abbiamo maggiori possibilità di posizionare le date per i recuperi tra maggio e giugno, sperando che la deadline del 30 giugno sia sufficiente. Altrimenti noi, come la Federazione spagnola, chiederemo la possibilità di sforare di 10-15 giorni a luglio.
Resto convinto che ci sarà una ripresa: noi ipotizziamo il 3 maggio in modo da chiudere tutti i campionati entro giugno. La Uefa ha fatto diverse ipotesi, la piu ottimistica indica il 14 aprile, mantenendo la formula attuale, un’altra i primi di maggio, l’ultima il 13 giugno. Negli ultimi due casi andrebbero cambiati i format, non escludendo l’ipotesi playoff e playout.
L’Uefa dice che la finale della Champions sarà il 27 giugno e quella dell’Europa League il 24. Senza dimenticare che dal primo al 9 giugno ci sarebbero anche gli spareggi per individuare le quattro squadre mancanti per la fase finale dell’Europeo che toglierebbero altre tre finestre.
Tagliare gli ingaggi? In questo momento di emergenza non è un tabù. Credo che ci dobbiamo mettere tutti attorno a un tavolo. La crisi e l’emergenza valgono per tutti e anche il nostro mondo deve avere la capacità di essere unito. Siamo chiamati a un gesto di grande responsabilità dando contenuto a quel contenitore chiamato solidarietà”.
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