L’ondata dei rientri in Sicilia, a causa dell’emergenza Coronavirus, da parte di studenti e lavoratori provenienti dalle zone più a rischio del Nord Italia oltre a generare panico tra i residenti dell’Isola, ha creato polemiche accese sui mancati controlli effettuati alla partenza e sull’opportunità o meno di ritornare a casa.
Ma esistono anche esempi virtuosi di giovani, come il palermitano Dario Fazio, che hanno preferito vivere questa drammatica emergenza lontano dagli affetti più cari, pur di non mettere a repentaglio la salute dei propri familiari:
“Da circa un anno vivo e lavoro a Novara, che dista dalla Lombardia poco più di circa 25 minuti. All’inizio della pandemia si è avvertita tanta paura. Vivo da solo, tutta la mia famiglia è a Palermo. Il pensiero di ritornare a casa c’è stato, così come tutti. Ho 23 anni, sono solo a Novara e tornare dai miei è stato il primo pensiero che mi è passato per la testa. Poi però ho pensato a quelle che potevano essere le conseguenze di questa scelta. I miei genitori hanno problemi di salute, li avrei messi a rischio. Così pur sapendo che sarei dovuto restare da solo per chissà quanto tempo, ho capito che questa era la scelta più giusta da fare. Ho preferito rinunciare alla loro compagnia ed alla loro vicinanza per tutelarli.”
Da quanto tempo sei a casa?
“Dal 13 marzo, da quando il decreto ha disposto la chiusura di tutti gli esercizi commerciali. Sono in ferie residue, poi verrà attivato l’ammortizzatore sociale, ovvero la cassa integrazione. Lavoro nel campo dell’abbigliamento, che prevede un percorso di crescita professionale, con una parte didattica. La solitudine mi pesa moltissimo e mi spaventa. Soprattutto per una persona come me, abituata a lavorare tanto. Uscivo la mattina e tornavo la sera. Il lavoro occupava parecchio tempo della mia giornata. E’ davvero dura ritrovarmi in casa da solo, non so come impegnare il tempo. Nonostante questo cerco di resistere in qualche modo, di trovare qualsiasi spunto per farmi forza. Studio, faccio ginnastica e leggo qualche libro. Cerco di mollare mai.”
Quanto è importante in questo periodo la tecnologia come internet, whatsApp, ecc.?
“Pensare a questa quarantena senza la tecnologica sarebbe stato davvero drammatico. Grazie ad internet sono sempre in contatto con amici e parenti che cercano di farmi compagnia e riempire i miei spazi vuoti. Scendo per la spesa una volta ogni sette/dieci giorni. Mi sono organizzato per rispettare le regole dettate dal Governo e per uscire di casa il meno possibile. A Novara ci sono stati contagi perché è una città di transito e molti lombardi venivano a fare shopping in Piemonte. Per fortuna sto bene, ma non fa piacere sentire quello che sta accadendo. Si deve comunque trovare la forza di reagire a tutto questo. Magari servirà a tutti noi per migliorarci.”
Cosa pensi di coloro che hanno preferito tornare a casa?
“Non li giudico, perché anche io ho avuto lo stesso pensiero. Penso però che non è da coraggiosi affrontare il problema fuggendo. A chi ha scelto di fuggire dalle zone più a rischio, voglio augurare che non mettano mai a rischio la salute delle loro famiglie. E’ brutto pensare che una scelta possa avere una grave conseguenza sulle persone che si amano.”
Cosa farai quando questa emergenza finirà?
“Voglio tornare a Palermo, nella mia casa, rivedere da vicino i miei genitori ed i miei nipoti. Ma prima di tornare voglio essere veramente sicuro che questa epidemia sia cessata. Vivendo in una zona a rischio ho paura e ci penserò cento volte prima di ritornare e di riabbracciare le persone che amo. Oltre al conforto di un abbraccio d’amore, di Palermo mi manca il mare. I miei abitano in una zona dove dal balcone di casa si vede il mare. Mi manca la vista di quell’immensità azzurra, l’odore che si sente nell’aria e la libertà di poter andare. Tengo duro, ma spero di tornare presto nella mia città.”
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