Chi rientra in Sicilia è obbligato a una quarantena di 14 giorni e a non uscire finchè non viene convocato per il tampone. E’ l’ordinanza già emessa da diverso tempo dal presidente della regione. Tuttavia questa procedura è risultata piuttosto lunga, per via dei tempi tecnici e dei tanti “pazienti” da sottoporre a controllo.
Ritardi evidentemente comprensibili, ma c’è chi invece ha avuto anche l’ardire di lamentarsi. Ragion per cui, con distinta diplomazia l’assessore regionale alla salute Razza ha dichiarato: “Mi scuso per i ritardi, chiediamo ai cittadini un sacrificio per il bene di tutti. Abbiamo già acquisito oltre seimila tamponi, e ne sono stati elaborati quattromila. Dieci laboratori eseguiranno solo questo tipo di esame, mettendo insieme milleduecento tamponi al giorno”.
L’assessore ha successivamente invitato a non uscire di casa, forti di una salute apparentemente buona, dato che la pericolosità di questo virus risiede proprio nei pazienti asintomatici.
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