Intervenuto oggi a radio TMW Rinaldo Sagramola ha parlato della situazione attuale della società SSD Palermo in concomitanza con la difficile realtà condizionata dal coronavirus.
L’ ad del Palermo calcio si augura, come tutti i tifosi palermitani, che la parte di campionato fino ad adesso disputata verrà tenuta in considerazione per le sentenze sportive del campionato.
Così sulla speranza promozione in serie C: “Attendiamo con forte interesse di capire come la federazione vorrà considerare le classifiche maturate a inizio marzo.
Non vogliamo risalire alle spalle degli altri, è tutto tranne che sportivo.
Semplicemente bisogna spostare i termini per per avere idee chiare, ma la realtà è che vogliamo ancora capire dove si va a parare.”
Sagramola ha voluto dire la sua anche sul covid e sulla quarantena: “Dopo 40 giorni di domiciliari, i nuovi positivi da dove e come escono? Perché non ce lo dicono? Ormai è più di un mese che siamo tappati in casa, eppure ogni giorno c’è un mare enorme di nuovi contagiati.
Il virus non lo sconfiggiamo stando a casa, evitiamo solo di congestionare la sanità pubblica, ma saremo sempre a rischio finché non ci sarà un vaccino.”
L’ad rosanero ha voluto piacevolmente ricordare l’inizio di stagione sportiva con l’inaspettato entusiasmo che circondò la squadra: “Siamo ripartiti con entusiasmo, abbiamo avuto 10.500 abbonati e partite con quasi 20mila tifosi presenti: straordinario, quasi inaspettato. Pensare che avevo pure dubbi se aprire la campagna abbonamenti, temevo fosse un flop.”
Infine il rapporto tra Mirri e Di Piazza, con un pensiero ai progetti centro sportivo e stadio: “La proprietà è composta da due imprenditori siciliani, di cui uno palermitano e tifoso vero, nonché nipote di Renzo Barbera, cui è intitolato lo stadio. Ragiona da tifoso, mentre l’altro, Tony Di Piazza, è un siculo-americano, rimasto legato alla sua terra d’origine.
Questa sintonia aiuta e ci permette anche di fare ragionamenti in prospettiva: abbiamo individuato forse un’area in cui poter edificare quel centro sportivo che manca, abbiamo chiesto al Comune di cederci lo stadio per rifarlo in forme più accoglienti per la città spessa. Abbiamo progetti, iniziative ed entusiasmo.”
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