Nessuno sa ancora come finirà questo campionato di Serie D. Tuttavia una cosa ci sembra assolutamente scontata: il Palermo non giocherà lo scontro diretto a Torre Annunziata in quel clima «infernale» tanto temuto fino a qualche settimana fa.
Inizia così l’editoriale di Carlo Brandaleone, sul Giornale di Sicilia, oggi in edicola, nella sua consueta rubrica Profumo di Rosa.
Il ricordo di tante sfide fra Palermo e Savoia che quest’anno, ammesso che riprenda il campionato, giocherebbero a porte chiuse ma in passata hanno disputato gare con un pubblico numeroso e rumoroso.
La sconfitta dei rosa per 5-1 nella stagione 2000-2001, quando Morgia, tecnico rosanero esonerato l’anno precedente, consumò la sua vendetta personale contro i fratelli D’Antona, rappresentanti del presidente Sensi, che aveva acquistato il club da Ferrara.
Al Savoia Morgia portò con sé Antonaccio, Finetti, Puccinelli, Fortini e Paratici (l’attuale manager della Juve) e preparava la vendetta per un esonero mal digerito.
Ma non fu questo l’unico elemento di tensione quel giorno. Perché nel corso del primo tempo il vicepresidente del Savoia Mario Moxedano rifilò uno schiaffone al direttore sportivo del Palermo Giorgio Perinetti, che assisteva alla partita in tribuna, scrive Brandaleone che ricorda come anche questo gesto aveva legami con vicende passate. “Questo è per Leonardi”, gli avrebbe gridato Moxedano accompagnando lo schiaffo.
Leonardi era stato il direttore sportivo del Savoia l’anno precedente ed a lui venivano addossate colpe per la retrocessione della squadra dalla B alla C.
Moxedano rifilò al «povero» Perinetti lo schiaffone che avrebbe voluto rifilare a Leonardi, considerando i due dirigenti sodali, quasi complici, in quando entrambi legati a Moggi.
Scoppiò il caos in tribuna, a Perinetti volarono gli occhiali che si ruppero, intervennero le forze dell’ordine e già durante l’intervallo le diplomazie delle due squadre riuscirono a placare gli animi tanto che Perinetti non fece denuncia. La gara fu vinta dal Savoia 5-1 ed in serata proprio a casa di Moxedano, fu firmata la pace con Perinetti. Ovviamente con tarallucci e vino, scrive Brandaleone in conclusione di articolo.
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