Magari non sarà così, magari è solo una descrizione catastrofica anche perchè ognuno fa i conti con la propria realtà. Però è indubbio che economicamente questa pandemia sta creando una grossa voragine. Soprattutto al turismo.
Il giudizio espresso nel titolo è infatti opera di un grosso Tour operator, che non esita a dire che il turismo è decisamente in ginocchio.
Un grido di allarme, quello di Dario Ferrante, tra i maggiori conoscitori del settore internazionale, intervistato da Elvira Terranova per
adnkronos.com .
Ecco alcune delle sue dichiarazioni:
“Con la pandemia il turismo non ha solo rallentato. Si è proprio fermato. E fatica a vedere la luce in fondo al tunnel… Se prendessimo come riferimento l’11 settembre l’impatto del coronavirus è di gran lunga maggiore. Basti pensare che l’attentato alle Twin Towers fece crollare il turismo del 50% negli Usa e dell’11% nel mondo. Mentre il Covid-19 ha sancito, in poche settimane, il crollo totale del turismo. E lasciando una prospettiva di totale incertezza per i mesi ed anni a venire.
Il danno in Sicilia? si sono già perse 90 milioni di presenze nei 3 soli mesi di Lockdown. Di questi, solamente 5 milioni nel weekend di Pasqua. Una perdita stimata di circa 120 miliardi di euro (considerando tutti i settore coinvolti). Il turismo dovrà ripartire da zero. Ed avremo forse una opportunità storica di evitare il ripetersi degli errori… il danno nel nostro settore non è paragonabile a nessun altro – aggiunge Dario Ferrante – Un danno che cresce a dismisura, se consideriamo ad esempio la Sicilia e altre regioni del Sud Italia, laddove si consideri la brevità della stagione turistica. Siamo fermi dall’autunno del 2019 e riprenderemo ad essere operativi la prossima primavera del 2021. Nessuna attività economica è in grado di sostenere un blocco totale di 18 mesi ed un crollo totale del fatturato… siamo stati considerati gli untori del mondo e che – sebbene il “sentiment” dei viaggiatori sia sempre molto alto verso il nostro paese – ci vorrà del tempo prima che ci si possa sentire tranquilli di potere tornare in Italia. .. il mondo che abbiamo conosciuto sarà diverso. Nessun dubbio che verrà meno la “democratizzazione” dell’industria dei viaggi. Quella che aveva permesso di volare a costi molto bassi, grazie alle compagnie low-cost, o di offrire tariffe competitive nei villaggi turistici e nelle navi da crociera. Immaginiamo cosa possa significare distanziare all’interno di un aereo o di una nave , ridurre i posti all’interno di un bus turistico o scaglionare l’accesso al buffet di un villaggio turistico. Una sorta di rivoluzione di quel business model degli ultimi 20 anni, che puntava nell’alta occupazione dei servizi per potere ridurre i costi. Temo che molte aziende del turismo andranno incontro a grandi problemi di solvibilità e che quindi, al momento della ripartenza, molti protagonisti si perderanno per strada. Stessa cosa accadrà per i vettori aerei che, senza un aiuto da parte dei governi, potrebbero dichiarare bancarotta già prima dell’estate. Sicuramente aumenterà la tendenza, già in crescita negli ultimi anni, a vivere esperienze individuali e a contatto con la natura e si viaggerà in maniera responsabile e sostenibile. Tornerà alla ribalta quello “slow travel” che aveva appassionato generazioni di viaggiatori e crollerà il turismo dei gruppi”.
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