In tempi di coronavirus ci sono storie da raccontare, in cui nessuna scusa è stata ritenuta valida e molti cittadini sono incappati in multe salate ai tempi delle autocertificazioni.
E’ la storia di Domenico, raccontata a Repubblica: ha percorso meno di un km per controllare se la sua barca era stata inghiottita dal mare grosso del giorno prima. Multato. Nonostante fosse in possesso dell’autocertificazione, la sua non è stata ritenuta una motivazione valida. E i ricorsi in prefettura aumentano di giorno in giorno, hanno raggiunto quota 78 al momento. Nella sola giornata di giovedì hanno sfiorato il numero di 43.
Ognuno di loro aveva indicato una motivazione: l’acquisto di farmaci, la visita ad un anziano, la necessità di una passeggiata.
L’avvocato Caterina Natalotto dell’Ufficio legale di Federconsumatori spiega: “La normativa è un po’ confusionaria, e anche per noi legali è difficile districarsi. Poi alcuni assistiti hanno dichiarato che nonostante la loro dichiarazione sul verbale c’è scritto “Nulla da dichiarare”. Un aspetto che stiamo sondando“.
Un altro caso è quello di una dottoressa al primo incarico: la giovane dottoressa aveva chiesto al compagno di trascorrere con lei la prima notte in ambulatorio. Non un capriccio ma un’esigenza di sicurezza.
“Tra i colleghi– spiega la dottoressa- gira l’indicazione di non trascorrere la notte da soli per timore di aggressioni. Ho cercato di comprendere se vi erano moduli per tale situazione e ho anche chiamato la protezione civile che ci ha spiegato che potevo sperare solo nel buon senso di chi mi avrebbe controllato“. Ma così non è stato: multa all’accompagnatore di 580 euro.
Anche sugli animali da accudire vi è stata molta confusione. Un proprietario di un terreno in provincia di Caltanissetta è stato multato per aver dato da mangiare a quattro maiali nella sua proprietà: in mano aveva anche un’ordinanza del sindaco favorevole a quel tipo di spostamenti. Gli agenti trovando anche una griglia nella macchina però, non hanno creduto al proprietario terriero.
Una doppia grana invece per un commerciante, per quello che si può definire, un prestito amaro; non aveva appuntamento in banca e quindi si è diretto di sua sponte, quando è stato multato: “Non avevo appuntamento perché il direttore mi ha chiamato al telefono perché portassi altri documenti“.
Un’altra storia davvero amara arriva da Palermo. Una donna decide di portare la spesa alla figlia indigente, è stata fermata e niente e nessuno ha potuto toglierle la multa di 280 euro.
“L’orientamento del nostro ufficio legale– spiega Lillo Vizzini, presidente di Federconsumatori- sarà di dare assistenza solo nei casi di comprovate motivazioni”.
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