Una delle sconfitte più amare e deludenti degli ultimi anni, una di quelle che bruciano ancora. Un Palermo che si sciolse come neve al sole in quel di Venezia. Sì, mancavano pedine importanti come Coronado e Nestorovski, ma quella prestazione fu davvero inqualificabile e finì per togliere certezze di promozione dirette ai rosanero. In quel pomeriggio di due anni fa, al Pierluigi Penzo finì 3-0 per gli uomini di Filippo Inzaghi. Un risultato siglato da Suciu, Stulac e dall’ex di turno Andelkovic.
Il colpevole di turno, individuato da Zamparini, e messo alla graticola, ormai sfiduciato da mesi, fu il tecnico Bruno Tedino. Il patron friulano, prima di quella gara, aveva cambiato molti tasselli intorno al proprio allenatore. Prima cacciando il direttore sportivo Lupo, poi inserendo un mental coach (su suggerimento del nuovo ds Valoti), poi ancora il cambio del match analyst e del preparatore atletico, fino a mettere al fianco un tutor. È Adriano Bacconi, ex consulente tecnico della nazionale e volto noto delle trasmissioni calcistiche della Rai.
Adriano Bacconi giunse su suggerimento di uno dei tanti consiglieri di Zamparini, e Tedino tacque. Non bastò il successo netto sull’Avellino ed il secondo posto in co-abitazione con il Parma. La tensione era palpabile e Bacconi sembrava più di un collaboratore tecnico, ma durò poco anche lui.
Così come Tedino, tutti invischiati nella furia umana di Zamparini, quel viaggio di ritorno verso Palermo dopo quell’amara sconfitta di Venezia, fu un “libera tutti”. Non servì gioire per le disgrazie altrui, ovvero le sconfitte di Frosinone e Parma contro Cesena e Pro Vercelli. Ormai la bomba era scoppiata. Il Palermo perse la decisiva sfida per salire in Serie A proprio con i laziali, ma il naufragio era già arrivato.
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