Riforma si, riforma no? Questo è il grande dilemma delle ultime ore. Lo Presti (Presidente della LND Sicilia) ci aveva confermato che era impossibile attuare dei cambiamenti in vista delle stagione 2020-2021. Criscitiello, il direttore di Sportitalia, ha invece stupito un po’ tutti nella giornata di ieri, con quel suo editoriale che vi abbiamo proposto in un nostro articolo, e nel quale si parla di “riforma in stato avanzato”.
Per capirne di più, questa mattina abbiamo chiamato il redattore della Gazzetta dello Sport, esperto del calcio professionistico e della terza serie. Nicola Binda, ci ha parlato dei possibili cambiamenti che attendono il calcio, delle modalità della “ristrutturazione” e della scelta del Consiglio Federale, di far riprendere anche la serie C. Poi si è parlato anche del Palermo e di nuovo allenatore, di quale potrebbe essere il profilo giusto per la panchina, capace di traghettare i rosanero fino alla serie B. Ecco l’intervista integrale:
Perche lei pensa che la riforma del calcio sia impossibile adesso, già per la stagione 2020-2021, quali sono gli ostacoli?
“Premetto che la riforma è necessaria; la Federcalcio ci sta lavorando già da due anni, ma per adesso è impossibile, non ci sono i tempi per farla subito. Occorrono dei passaggi in Parlamento, con il Governo e poi in Consiglio Federale; due passaggi fondamentali che non potranno farsi in tempi brevi. Quindi da Settembre si varerà questa riforma che poi sarà spero in vigore nel 2021-2022″. La serie B? La proposta su cui sta lavorando la Federcalcio è una A una B e una C, la vera riforma sarà la fascia semiprofessionistica”.
Per quanto riguarda i fallimenti delle società, ci saranno quindi i soliti che si registranno annualmente, ma niente di più, come se quest virus non ci fosse insomma…
“Speriamo che non fallisca nessuno e che tutte le squadre riescano a superare questo difficile momento. Al momento tutte le squadre vogliono continuare la propria attività, non ci sono segnali che dicano il contrario, anche perchè le nuove norme per le iscrizioni sono abbastanza morbide. Penso che alla fine tutte ce la possono fare, però magari ci sono dei campionati con delle squadre che hanno dei budget ridotti al minimo, questo è possibile. Poi ci sono dei casi isolati tipo il Catania, ma quello è diverso. Non credo ci saranno squadre che non ce la faranno per il virus”.
Un accenno sul Catania. Come andrà a a finire? Che analogie trova con il fallimento del Palermo di un anno fa?
“Rispetto al Palermo di un anno fa ci sono degli acquirenti che sono disposti ad accollarsi i debiti. L’anno scorso a Palermo non c’erano, il debito era troppo pesante. Rispetto al Palermo inoltre il Catania può mettere sul piatto un centro sportivo come Torre del Grifo, un bene importante che i rosanero non avevano. Ma la differenza più importante è questa: che il Catania ha degli acquirenti pronti ad andare in tribunale per salvare il titolo sportivo”.
Cosa servirà al Palermo per vincere la serie C?
“Intanto bisogna capire che squadre attenderanno il Palermo e che campionato sarà. Non mi sento di dare consigli a Castagnini che è un manager molto esperto e molto competente, di sicuro sarà un campionato molto più difficile a livello tecnico. Sarà nel girone C il Palermo, ma con chi non lo so. Se il Trapani retrocede per esempio, si iscrive o non si iscrive? Bisogna capire questo, non dipende dal Covid. ‘Il Bari andrà in B o no?’ se rimanesse in C potrebbe essere una squadra molto ostica per esempio”.
Pensa che in futuro potrebbero esserci nuovi insediamenti in società? Magari in una ipotetica serie B?
“Mah, io questo non lo so. Mi sembra che la società attuale sia solida, dovreste chiedere a loro, ma mi sembra che questa società sia forte e che abbia basi solide per poter progettare una salita. E’ chiaro che per una salita serve l’appoggio della piazza, poi sopratutto nel campionato di serie C il maggior azionista è il pubblico. Se il Palermo porta 20.000 persone allo stadio, porta tanti soldi che nessun’altra squadra ha. Più che avere nuovi soci conta avere il pubblico”
Ultima domanda sull’allenatore, dott. Binda: Se dovesse farmi un nome, quale mi farebbe per la panchina del Palermo? quale potrebbe essere il profilo giusto? In queste ore di nomi ne circolano tanti. Boscaglia…?
“Boscaglia è il nome che avrei fatto. Riuscire a convincerlo e farlo scendere dalla B sarebbe una gran cosa. Poi ha già lavorato con Castagnini a Brescia, è siciliano, conosce bene la situazione e sicuramente sarebbe un valore aggiunto. Ma anche in questo caso, Castagnini non ha sicuramente bisogno dei miei consigli”.
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