CdA agitato – Divergenze su mercato, ritiro e Pergolizzi.
Non è più il vice presidente rosa. Mirri: nessuna ripercussione
L’accusa: “Non posso esercitare il mio ruolo. Cederò le mie quote a persone degne”.
Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola.
Tony Di Piazza, dall’America con furore. Clamoroso colpo di scena, ieri, nel corso del Consiglio di Amministrazione svoltosi in videoconferenza: l’imprenditore italoamericano si è dimesso da vicepresidente del Palermo
Inizia così l’articolo di Salvatore Geraci e Paolo Vannini che sottolineano come sono passati soltanto 10 mesi dall’inizio dell’avventura dell’imprenditore italo-americano in seno alla società. Una decisione esplosa ieri ma ragionata da tempo.
Il documento del presidente Mirri alla fine del CdA sembra un atto di difesa del’Ad Sagramola, con cui Di Piazza ha i maggiori contrasti.
“Il nuovo Palermo è stato progettato secondo un preciso assetto aziendale, con regole ben definite e specifiche competenze e rispetto istituzionale. Ed è proprio la tutela di questi ruoli che ha consentito quest’anno il raggiungimento di prestigiosi risultati ”
La replica di Di Piazza non si fa attendere … “Una serie di comportamenti hanno impedito che io potessi esercitare il mio ruolo in modo pieno e fattivo per fare del Palermo un brand internazionale… Non sono mai stato preventivamente consultato e anzi in alcune occasioni ho appreso dai media l’assunzione di decisioni di stretta competenza dell’intero CdA….valuterò possibili interlocutori interessati a rilevare, seriamente e consapevolmente, la mia partecipazione..”.
La lettera di dimissioni sarebbe stata presentata più di dieci giorni fa. Di Piazza, nel tempo, avrebbe denunciato una serie di omissioni su accordi presi e non mantenuti. E su alcune iniziative: centro sportivo, quarantena o meno dei giocatori; sede del ritiro e rottura con Pergolizzi, sulle quali non sarebbe stato informato, scrivono Geraci e Vannini che ci informano come domani è prevista l’assemblea dei soci di Hera Hora e potrà essere l’occasione per un nuovo incontro. Se conciliatore o meno, è da vedere. In ogni caso, per una società nata da poco è comunque un brutto colpo.
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Con l’ addio di Di Piazza si offusca l’ immagine della SSD Palermo che sembrava essere una società di calcio tutta sorrisi e amore con tutte le componenti ambientali che hanno circondato la squadra fin dalla sua fondazione. Mi rifiuto di pensare che la distanza possa essere stata una delle cause che hanno fatto recedere Di Piazza dalla carica di vicepresidente e quindi fuori dalla società. Viviamo nell’era della comunicazione globale e la distanza è solo un pretesto per non fare entrare Di Piazza nelle decisioni importanti, sia pure tramite un suo delegato.
In futuro il presidente Mirri dovrà recuperare e chiudere la spaccatura che si aprirà con una parte della tifoseria e non basterà elargire sorrisi e pacche sulle spalle.