Amarcord, il 27 maggio del 2007 l’ultima partita del «Genio» con la maglia rosanero in casa dell’Udinese.
«Ricordo quella rete, ma quella che porto nel cuore è la prima con il Cagliari».
Un quadriennio d’oro – «Con una gestione più serena si poteva andare in Champions. Io ero pronto per restare».
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
Un addio inaspettato con un gol altrettanto inatteso. Le strade del Palermo e di Eugenio Corini si separarono esattamente tredici anni fa, il 27 maggio 2007..
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina ed il suo consueto appuntamento con la rubrica amarcord che oggi si sofferma sul giocatore più amato dai tiosi rosanrro: Eugenio Corini.
Nell’articolo, non solo il racconto di quella partita ma anche le parole dell’ex capitano rosanero:
“Quello che porto dentro al cuore è un rigore realizzato contro il Cagliari, la mia prima rete per il Palermo. Lì ho avvertito in quel momento un enorme senso di responsabilità. Quel gol sancisce l’inizio di una grandissima storia d’amore, per la quale mi sono sempre speso.. Foschi qualche giorno prima mi disse che avevano l’intenzione di rinnovarmi il contratto e io chiesi di parlare col presidente, proprio in vista del viaggio verso
Udine. Parlai con lui, ma dovevo capire tante cose. Avevo la percezione che potesse essere l’ultima partita col Palermo, però dentro di me pensavo fosse impossibile. Invece poi è successo quel che è successo, anche quando decisi di rimanere ci fu un po’ di freddezza.. il primo anno di Serie A, sempre con Guidolin. Secondo me quella squadra doveva andare in Champions League, ma girò tutto su una partita sfortunatissima a Genova con la Sampdoria, nella quale io non c’ero. È stato comunque un periodo stra-esaltante, con una squadra sempre tra le prime sei e un pubblico straordinario. Però è un peccato, perché quella squadra aveva il potenziale per arrivare tra le prime quattro”.
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