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Scenario da guerra civile in U.S.A., Trump sotto assedio dopo il caso Floyd

L’omicidio di George Floyd in America sta scuotendo parecchi animi, è in corso da diversi giorni una dura protesta dalle sembianze di una vera guerriglia da parte dei cittadini più concitati. Migliaia di arresti, decine di feriti (tra cui moltissimi membri del corpo di polizia) e tre morti dall’inizio delle manifestazioni violente.

Oggi Trump ha Twittato: “Se i governatori delle città non arrestano i ribelli, sono degli idioti“. Lo sfacciato presidente degli U.S.A. non usa mezzi termini, alle ribellioni si risponde con pugno duro e non esiste sfogo che non possa essere soppresso.

Le parole di Trump andrebbero meglio ponderate forse, per non parlare delle sue decisioni passate su cui andrebbe scritta un’enciclopedia sulla storia dei dittatori politici, altra faccende che lascio da parte….

Il climax delle manifestazioni contro gli abusi di potere e il razzismo dopo la morte di Floyd sta raggiungendo l’apice, a Denver in migliaia hanno improvvisato un flash-mob distesi a pancia sotto (proprio come l’afroamericano mentre tentava di urlare in modo strozzato “I can’t breathe” – “Non posso respirare“) e le immagini sono da brivido. A New York invece gli uomini della polizia hanno premuto sull’acceleratore delle auto contro le transenne usate dai manifestanti.

Infine a Washington D.C. e precisamente alla Casa Bianca le proteste esterne hanno indotto gli uomini della scorta di Donald Trump a portarlo in quello che è il vero e proprio bunker della costruzione di fine 700′. Il bunker, conosciuto come PEOC( President Emergency Operations Center) è a prova di bombardamenti aerei ed è sorvegliato da un team di uomini addestrati tra cui anche diversi cecchini.

A difesa dei diritti dei manifestanti si è schierato l’ex presindente Obama:Giuste le proteste, ma la politica non è inutile“.

Anche nello sport, da poco in ripresa, non sono mancati in questi giorni i messaggi di “protesta” per il desiderio di giustizia e di superamento delle discriminazioni, dopo i gol con la maglia del Borussia Dortmund i giocatori Jadon Sancho e Achraf Hakimi hanno mostrato la così detta maglietta della salute con la scritta “Giustizia per George Floyd”.

Anche la leggenda del basket Michael Jordan ha detto la sua, schierandosi per la prima volta nella sua vita pubblicamente a difesa degli afroamericani :”Vedo e provo il dolore, l’indignazione e la frustrazione di tutti. Sono dalla parte di coloro che stanno protestando contro il razzismo insensato che c’è nel nostro Paese nei confronti della gente di colore

Anche a Palermo nelle ultime ore è arrivato sui frangiflutti del Foro Italico il simbolo della protesta made in USA che sta coinvolgendo il mondo intero, è apparsa infatti la scritta “I can’t breathe” ad opera dell’artista siciliano Mr.Cens.