Lo zio d’America del calcio che ha investito in tre squadre

A Bologna si fece amare per gli omaggi a Schiavio e Bulgarelli. Presentò Cascio a Zamparini.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

All’anagrafe è Joseph, ma tutti lo chiamano Joe: nato 54 anni fa a Brooklyn da emigrati italiani ( padre romano, madre di Montelepre), Tacopina è uno che ce l’ha fatta, l’emblema dell’American dream.
Inizia così l’articolo di Francesco Caruana che traccia un ritratto del presidente onorario del Venezia.
La laurea i legge ed uno studio legale importante con clienti di prestigio. Ma in Italia Tacopina è conosciuto più pe le sue vicende calcistiche che lo vedono protagonista in tante società. Ci prova la prima volta col Bologna ma la cordata di cui fa parte si tira indietro. Diventa vice presidente della Roma perchè è nella cordata americana guidata da Thomas DiBenedetto. Ma dura poco perchè nella sua testa c’è sempre il Bologna che riesce a prendere insieme al magnate canadese Joey Saputo.
Diventa presidente e si fa mare dai tifosi bolognesi anche grazie alle sue visite sulle tombe di due monumenti calcistici locali, Schiavio e Bulgarelli.
Anche l’avventura al Bologna dura poco e Tacopina rompe con Joe Saputo chiedendo un risarcimento faraonico.
… si mormora a Bologna che, con la sostanziosa buonuscita ricevuta, a ottobre 2015 Tacopina mette in piedi un’altra cordata americana e diventa presidente del Venezia, reduce dal fallimento e costretto a ripartire dalla Serie D, scrive Caruana.
Il resto è storia recente, col Venezia che in soli 2 anni arriva in B e le strade con il Palermo si incrociano svariate volte. E con esiti opposti: prima i rosanero eliminano il Venezia nella semifinale play-off del 2018, poi il Venezia guadagna la permanenza in B grazie al fallimento del Palermo del 2019.

A febbraio 2020, Tacopina cede il comando del Venezia e resta solo come presidente onorario. « No drama, non sto scappando. Fino al 1° luglio resterò vicino al club » . E poi? Su questo, l’avvocato resta sul vago, scrive Caruana in conclusione di articolo.
.
SEGUICI SU FACEBOOK
SEGUICI SU INSTAGRAM
SEGUICI SU TWITTER