Walter Sabatini, ex direttore sportivo del Palermo e attuale responsabile delle aree tecniche del Bologna, ha parlato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, di Josip Ilicic. L’ex attaccante del Palermo e attuale gioiello dell’Atalanta, viene descritto letteralmente dall’esperto dirigente sportivo, che ne mostra anche i lati più umani e teneri. Ecco le fasi saliento dell’intrevista:
Il direttore racconta anzitutto come e quando arrivò a Palermo, i retroscena di quei moviemnti di mercato che lo portarono nel capoluogo siciliano: “Lo acquistammo prima del ritorno del 27 agosto contro il Maribor, nei preliminari di Europa League: 3-0 per noi all’andata, k.o. per 3-2 al ritorno. Poi continua: “Echi segnò uno dei due gol? Ilicic! Pensai: ‘Che stronzo…’ (ride, ndr). Scherzi a parte, la soddisfazione per averlo portato a casa era enorme, anche se c’era qualche piccolo dubbio“.
Sabatini, afferma che non fu soltanto lui, a notare quel meraviglioso talento: “Fu scoperto da Dario, il figlio di Delio Rossi. Lo seguimmo a lungo e non nascondo che non fu semplice, come dire, inquadrarlo: osservandolo in una giornata nera avremmo potuto pensare che fosse scarso, in stato di grazia era un fenomeno. Oggi è uno dei migliori in Europa“. Com’era ai tempi? i tempi era un po’ ombroso, sembrava non fosse mai felice. Mostrava una certa indolenza, faticava a socializzare per via della sua timidezza”.
Il futuro di Josip si prospettava, già durante la sua permanenza in rosanero, nella capitale: “Lo ammetto, è un rammarico. Ci pensammo quando era alla Fiorentina, ma all’epoca era un giocatore, economicamente parlando, fuori dalle nostre possibilità. Peccato, per uno così forte avremmo potuto fare uno sforzo, diciamo uno ‘strappo alla regola’. Gli voglio tanto, ma tanto bene. E non posso che essere felice nel vederlo a certi livelli. Il segreto? Ha finalmente vinto la sfida contro l’indolenza, diventando un campione che sorride”
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