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Palermo, la quota della discordia. Di Piazza aspetta l’offerta giusta

Palermo

I dissapori con Mirri si sono inaspriti, la frattura ormai è insanabile.
L’imprenditore italo-americano sempre intenzionato a vendere, per accaparrarsi il suo 40% servono almeno tre milioni di euro.
Manca un acquirente. L’ex n. 2 ha rispettato gli impegni, per cedere deve almeno riprendersi quanto sborsato finora.

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola

Vendere, sì, ma a chi? Il 40% della discordia resta nelle mani di Tony Di Piazza, che ha annunciato la propria volontà di cedere le quote di Hera Hora, ma non intende svendere l’investimento effettuato nel Palermo.
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina che fa i conti in tasca al club rosanero e indica una cifra di partenza per chiunque voglia prendere il 40% delle quote di Di Piazza. Si parte da 2,7 milioni di euro, quanti ne ha versati finora l’ex vice presidente che è disposto ad uscire dalla società, ma soltanto mettendo in vendita le quote al prezzo di mercato, sebbene si stia parlando sempre di un club neopromosso in Serie C e ancora senza asset di proprietà. Anche per questo motivo, è difficile che si possa materializzare a breve un acquirente per la quota di minoranza, scrive Giardina.
La frattura sembra insanabile ma senza un acquirente l’unica soluzione sembra la separazione in casa, una convivenza obbligata. E la prospettiva di poter esercitare da parte dei Mirri un diritto di prelazione sembra in atto da scartare perchè per avere una prelazione è necessaria un’altra offerta che al momento manca.
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