Prima la lite societaria, adesso la querelle per l’utilizzo del «Barbera». Non ci fosse stato un campionato di Serie D vinto a tavolino,
sembrerebbe di parlare di un Palermo che non c’è più e che spesso divagava sul tema.
Inizia così l’editoriale di Luigi Butera sul Giornale di Sicilia, oggi in edicola, dove traccia un parallelismo con gli ultimi anni del Palermo di Zamparini, dove dopo 10 anni di calcio, si è parlato di altro, fino al fallimento.
Prima la diatriba Mirri-Di Piazza, ora il problema stadio che vede protagonista la politica con le sue beghe e i suoi interessi….
L’articolo, oltre a chiedersi se sia giusto che un club di D paghi quanto uno di serie A, pone l’accento su un aspetto importante: se c’è ancora uno stadio in piedi e funzionante in città, il merito è del Palermo, che l’ha sì utilizzato ma anche curato, scrive Butera.
E si fa il paragone con gli altri impianti sportivi cittadini dal palazzetto dello sport al velodromo, ipotizzando che senza la gestione del vecchio-nuovo Palermo, forse anche il Barbera oggi potrebbe essere inutilizzabile.
Che la politica trovi subito la strada per la convenzione, perchè la sola idea di giocare in C a Marsala e Enna fa venire l’orticaria. E i tifosi (e l’intera città) non lo perdonerebbero mai, scrive Butera in conclusione di articolo.
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