Non avrebbe mai immaginato che quel giovane, che le piaceva, sarebbe diventato il suo peggior incubo. Accade ad una giovane tredicenne, costretta ad avere rapporti proprio in una grotta a Villa Trabia e poi ricattata con un video.
Ha avuto la giovane la lucidità di denunciare il tutto prima che fosse troppo tardi e il video arrivasse a tante persone, o le accadesse qualcosa di peggiore di quanto già non avesse subito. Il 24enne, residente allo Zen, secondo quanto riporta Palermotoday, è stato ora condannato dal gup Claudia Rosini, che lo ha processato con il rito abbreviato e gli ha riconosciuto anche le attenuanti generiche. Il giudice ha pure disposto una provvisionale di 20 mila euro per la giovane vittima, parte civile con l’assistenza dell’avvocato Mauro Barraco.
Era stata chiesta una condanna più severa di 8 anni. La minaccia subita dalla ragazza lo scorso 13 luglio, era ben peggiore: inoltrare quel video anche ai suoi parenti, così l’adolescente aveva chiamato la polizia e chiesto aiuto.
L’imputato era stato arrestato a dicembre con le accuse di violenza sessuale su minore, corruzione di minore e anche di produzione e diffusione di materiale pedopornografico.
I due, secondo il racconto della giovane, si erano conosciuti a marzo di due anni fa e avrebbero poi avuto un rapporto sessuale a Villa Trabia, che il ragazzo avrebbe filmato. Visto che la ragazzina aveva 13 anni, per il codice, l’incontro viene comunque considerato un abuso.
Si sarebbero poi rivisti il giorno successivo, sempre a Villa Trabia, solo che in quel caso l’imputato avrebbe utilizzato la forza, stringendole i polsi e tirandole i capelli. E sarebbe iniziato anche il ricatto: se lei non avesse fatto ciò che chiedeva, il video sarebbe stato inviato ad amici e parenti.
Dagli accertamenti compiuti dalla polizia, il filmato sarebbe stato effettivamente mandato tramite Whatsapp a due amici del ragazzo, così come alcune foto della ragazzina accompagnate da parole volgari.
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