Sul club che nascerà dalla decisione del Tribunale pesa l’inchiesta in cui è coinvolta la società che partecipa al bando di gara.
Sigi non molla, e dopo l’azzeramento del Cda per l’inchiesta giudiziaria sui propri amministratori, si rifà il look societario, e con l’ingresso di nuovi capitali conferma l’intenzione di voler acquisire il pacchetto azionario del Calcio Catania.
Inizia così l’articolo di Alessandro Vagliasindi su Repubblica, oggi in edicola.
Il punto sull’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto alcuni esponenti legati alla società Sigi che ieri ha azzerato il suo CdA e dato un segnale di discontinuità rispetto ai soci coinvolti.
Ma questo potrebbe non bastare soprattutto se il Tribunale di Catania decidesse di revocare il bando per la vendita delle azioni di Calcio Catania, pubblicato lo scorso 3 luglio, quando la proposta d’acquisto di Sigi rappresentava la precondizione giuridica per l’avvio della procedura competitiva di vendita, richiesta da Finaria, scrive Vagliasindi che riporta anche le dichiarazioni del Procuratore Zuccaro: “È ovvio che anche la sezione fallimentare sta esaminando queste situazioni, e anche le esigenze cautelari che hanno portato all’emissione di questi provvedimenti in parte nascono anche da questa esigenza“.
Una gestione difficile quella del Catania calcio chiamato da un lato a produrre un piano per ottenere dal Tribunale l’autorizzazione a poter iniziare un concordto preventivo in continuità aziendale e dall’altro garantire le pratiche di iscrizione al campionato, entro il 5 agosto.
Una situazione complessa anche perchè il club deve fare i conti con scadenze immediate come i pagamenti degli stipendi da gennaio a giugno per avviare l’iscrizione al prossimo campionato.
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