I protagonisti di tale vicenda sono tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare. Tale misfatto, è accaduto 13 anni fa, esattamente il 16 settembre 2007. Come dichiara una parente della vittima, ad uccidere Vito Damiano, sono stati il figlio e la badante. Dopo anni di studio del caso, la Procura ha ritenuto di dover assolvere i due imputati in quanto innocenti del siffatto omicidio.
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Le nuove ricostruzioni dell’accusa hanno fatto luce sul fatto che, Rosalia Di Pisa (una delle parenti dell’uomo), avrebbe dichiarato ciò, solo perché spinta da rancori nei confronti del nipote e della sorella. La donna infatti, sarebbe caduta in diverse contraddizioni durante le dichiarazione da lei tenute.
Il procuratore Guido Schininà però, attraverso diverse intercettazioni della donna, è riuscito a ricostruire alcune frasi che non hanno lasciato il beneficio del dubbio: “Ma nun penso, si iddu avissero truvato cosa, a quant’ave, n’avissuru vinuto a pigghiari”.
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Ad oggi però i dati raccolti non sono sufficienti per la conclusione del caso e per rendere giustizia alla morte di un pover’uomo che in un giorno qualunque risiedeva nel proprio domicilio.
Si attendono ulteriori notizie per la soluzione del caso.
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